Medi del cazzo... Vivono rinchiusi nella loro miserabile scatola senza neanche un buco per l ossigeno. Una vita basata sul nulla. Giornate vuote trascorse a fissare i 15 spot pubblicitari che il loro banale programma preferito trasmette in prima serata tutti i martedì sera, con le sue 4 pubblicità da 10 minuti l'una nonostante il programma ne duri solamente 30. Una testa imbottita di puttanate sfornate da riviste di basso livello. Una testa stracolma di tutto ciò che il sistema desidera spammare in giro tramite mass-media e cartelloni pubblicitari sparsi per citta, cartelloni di 20m con donne seminude in atteggiamenti non consoni ad un ambiente pubblico, cartelloni posti difronte a scuole materne, cartelloni che iniziano a forgiare il loro prezioso cittadino medio sin dalla tenera età. Ma il medio del cazzo non nota tutto ciò, anzi, ne è felice. Alla vista di una ragazza in intimo tutto passa in secondo piano, tutto scende di importanza. Non importa, ad esempio, con quanto impegno e dedizione un regista faccia uscire il proprio film, non importa quale sia il messaggio o quanto sia culturalmente utile la vista di quel capolavoro; tutto quel lavoro verrà devastato dalla forza della banalità con l'uscita dell'ennesimo film natalizio italiano: parolacce, dialetto, tette; uguale, record di incassi. E riguardo a voi, poveri diavoli; voi che andate a guardare il vero film? Siete solo degli sprovveduti. Perdere tempo a guardare un film di 3 ore, e magari devi anche stare attento alla trama dato che devi scervellarti per capirlo. Che imbecilli. Ti guardi un film simile e non c'è neppure una donna nuda o una scena di sesso! Ma fatemi il cazzo di piacere!
Quanto sarebbe piacevole e soddisfacente essere un medio. Una vita piatta, sempre uguale; una routine giornaliera che dà sicurezza, che ti culla, senza la quale saresti perso. Una routine che però non hai ideato te ma ti è stata imposta da qualcun'altro. La mattina ti svegli, ti lavi i denti con il nuovo spazzolino da 9 euro visto in televisione; ti vesti con la solita camicia stirata male, camicia che un intenditore noterebbe subito esser una scarsa imitazione di un marchio famoso, difetto che il tuo povero occhio offuscato non percepisce. Aggiustato il nodo alla cravatta e messo il tuo Rolex che sei così orgoglioso di ostentare in giro, ma che hai comprato dopo anni di risparmi e pane ed acqua, sei pronto; saluti tua moglie disoccupata che accompagna i tuoi due figli a scuola; figli con appioppati nomi banali trascinati dietro da generazioni dato che tutta la tua famiglia assegna ai figli i nomi dei propri nonni. Prima di recarti al lavoro passi al solito bar vicino casa, prendi il tuo cappuccino che credi esser il migliore della città; in verità lo dici soltanto perché non conosci nessun altro posto (credo che anche se ne conoscessi un altro non sapresti riconoscere la differenza di qualità. Le tue papille gustative, del resto, sono state pian piano disintegrate a furia di venire a contatto con quelle cotolette surgelate e preconfezionate, preparate con carni scadute frullate e rielaborate con l ausilio di ammoniaca e robaccia simile). Terminato il fantomatico cappuccino saluti i tre vecchi che passano il loro scarso tempo rimasto in quella topaia, lasci una mancia alla giovane barista straniera, regina dei tuoi terribili sogni piu reconditi, e te ne vai facendole l occhiolino sperando che lei ricambi. Arrivi in ufficio e svolgi i tuoi compiti da bravo schiavett...emm, lavoratore. Stacchi alle 7 di sera, stai morendo di fame dato che la tua amata cotoletta surgelata riscaldata al microonde non ti sazia mai, continui però a comprarla perché fa parte della tua monotonia, fa ormai parte di te. Arrivi a casa, giusto in tempo per il tuo programma preferito. Saluti tua moglie con un grido, senza nemmeno sfiorarla e ti catapulti sul divano togliendoti la cravatta e sbottonandoti la camicia marchiata dalle gore di sudore, mostrando la tua poco sensuale canottiera che tua madre da piccolo ti ha insegnato ad indossare, senza la quale ti senti: incustodito; come se il calore dell'indumento fosse lo stesso di quello emanato dall'affettuoso abbraccio della cara mammina che ti ha allattato fino all'età 3 anni creando nel tuo subconscio complessi di inferiorità ed infantilismo.
Ti godi il programma, incitando tua moglie a portarti velocemente la cena, ricordandole di quanto tu sia stanco ed affaticato, facendola sentire in colpa per non avere un lavoro e per non aver cucinato prima del tuo arrivo, facendola sentire una cattiva moglie inferiore al marito. Lei mette a letto i due bambini, dei quali ti sei dimenticato per i 30 minuti di durata del programma, e poi si reca nella vostra camera; la sta aspettando il mediocre romanzo d'amore che tutte le sue amichette del club delle casalinghe annoiate hanno letto rimanendone sbalordite (in realtà non è altro che il solito copiaticcio del quale non se ne può più. Un libro il cui unico scopo può esser quello di alimentare un fuoco di gennaio). Termina il programma e contemporaneamente termini la tua cena a base di fettine di capocollo alla griglia, una mela ed un bicchiere del vino meno costoso comperato nel supermercato di turno. Anche se fosse stato uno Château Margaux del 2009 dubito avresti notato la differenza,
Ora sei pronto per andare in camera, metti il pigiama, riponi i vestiti sulla sedia difronte alla scrivania perché sei troppo pigro per piegarli, guardi un istante tua moglie cercando di invogliarla con uno sguardo a tenerti compagnia. Però, non ottieni nulla, come tutte le sere; questa sera lei sta male, la sera prima era stanca, quella prima ancora aveva le sue cose…La verità è che sei noioso nella vita quotidiana come lo sei a letto e quindi lei preferisce dormire piuttosto che impegnarsi a fingere. Così ti sistemi il cuscino e ti sdrai appoggiato sul fianco sinistro fissando il comodino fino a quando l amata mogliettina non termina la lettura del suo fantastico romanzo e spenge la luce. A quel punto pian piano ti addormenti. La mattina seguente la sveglia suona alle 7:15, ricomincia il circolo vizioso della banalità.
Infondo ti invidio. Si, esatto, ti invidio. Invidio il fatto che non ti interesserai mai di politica risparmiandoti ansia ed emicrania, invidio il fatto che non passerai mai tempo a leggere un libro complesso o a guardare un film colmo di citazioni ed intrecci; invidio persino il fatto che non ti renderai mai conto di ciò che ti circonda e di ciò che accade di atroce nel mondo. Invidio la tua mentalità, così ristretta che non sentirai mai il bisogno di nulla che non sia al di fuori della tua portata. Invidio te e la tua ridicola felicità, fondata sul nulla. Invidio te e la tua inutile vita.i...