Eccoci, è arrivato un altro Natale. Ci apprestiamo a preparare il solito pranzo natalizio dove tutti i parenti si incontrano allegramente e dove tutti sono felici ed altruisti. Ci si prepara prima dell'evento, si indossa la tipica maschera natalizia, si addobba l albero con il solito sorriso stampato in faccia, si comprano i regali per tutte le persone di cui ti sei dimenticato nel tempo trascorso dal natale passato, e sei pronto. Tavola apparecchiata, colori classici che richiamano la tipica e naturale felicità natalizia, rosso su oro. Entrano pian piano gli ospiti, tutti con la stessa maschera, tutti emanano lo stesso putrido odore natalizio, un odore disgustoso trascinato dietro per tutta la giornata a causa di quella maschera lurida chiusa in una scatola per 364 giorni, tirata fuori per l evento. Non ci si prende neanche la briga di pulirla, tanto entro le 24 ore andrà ancora a decomporsi dentro il dimenticatoio. Inizia il gradevole pranzo. Iniziano i discorsi. Mia madre che parla di quanto abbia cucinato i giorni precedenti in cerca di lusinghe e complimenti da parte degli ospiti che dovranno per forza apparire più sinceri possibile nell'elargire complimenti. I nonni che richiamano alla memoria gli stessi eventi richiamati il pranzo natalizio precedente e quello prima ancora; al termine di ogni storia tutti ridono, del resto la storia era simpatica la prima volta e così deve rimanere nel tempo; intatta, come l espressione incisa su quella dannata e subdola maschera. Si consuma il pasto, tutto procede come da copione, grasse risate, brindisi. In continuazione si sente dire ''Io sono sazio, ma…ma c'è ancora altro cibo? Ma quanto hai cucinato? ahahah'' e di nuovo si ricade sui complimenti. Al termine del noioso e monotono pranzo non può mancare il ringraziamento alla cuoca, via con ulteriori ed eccessivi complimenti. Il tutto si corona con lo scambio dei doni. Lo scambio avviene come da rituale, si parte sempre dal regalo più insulso per poi salire di importanza. Quindi si inizia con i nonni. Il pacco viene offerto dal classico bambino fiero dell'azione che sta compiendo, carico del suo sacro perbenismo inculcatogli precedentemente nella messa di natale, piena di anziane puttane in gara per aggiudicarsi il podio di ''Vecchiaccia più gentile dell'anno''; volano banconote da 10 euro nel cestino delle offerte e giri di sguardi intimidatori fra le panche della chiesa.
La nonna prende il regalo e lo scarta. Cerca di creare all'interno del proprio animo un sentimento che si avvicini allo stupore in modo da render più semplice la farsa messa in atto per illudere gli altri individui presenti in sala ed ingannarli, così da far sembrare che il regalo sia di proprio gradimento. Ma non lo è. E' solo il solito libro dell'autore preferito che mancava all'appello.
Ringraziamenti vari, giro di baci a tutti i presenti e via con il prossimo.
Ora tocca agli zii ed ai cugini. Per loro, medesimo trattamento preconfezionato: regalo fatto all'ultimo istante, classico libro: biografia di un individuo stimato. Ancora la maschera indossata si fa valere in quanto sembra realmente che l espressione scolpita nel volto degli zii e cugini sia effetto di una precedente sorpresa; in realtà è solo un inganno nei confronti dei sensi di chi osserva…
Ringraziamenti vari, giro di baci a tutti i presenti e via con il prossimo.
Si passa ai genitori. Regalo più importante dei precedenti nella scala gerarchica. Ci si mette più per comprarlo perché deve piacere. Qualcosa di particolare che possa realmente stupire. Non accade sempre però, nei casi specifici in cui ciò non si verifica, il genitore è abile a far sembrare la maschera indossata realistica e non una paralisi periodica dei muscoli mimici del volto. Così, tutti cadono inconsapevolmente nel tranello.
Ringraziamenti vari, giro di baci a tutti i presenti e via con il prossimo.
Ora tocca ai figli. Grandi doni per loro da parte di tutti. Si accende così la competizione. Gli adulti si sfidano a chi fa il regalo migliore, vince spesso l intraprendente di turno, cioè colui che non bada a spese (dalla competizione sono tagliati fuori i genitori i quali vincono in ogni caso). Gli zii i cugini e i nonni si danno battaglia. Tutto inizia dal gesto del 'porgere'. Chi porge in maniera più affettuosa il proprio dono già inizia la scalata verso l olimpo (di solito sono i nonni ad aggiudicarsi questo titolo, distribuendo paghette e bustarelle). Poi però gli zii e cugini recuperano data la loro età più vicina a quella dei figlioletti; sono semplicemente più moderni dei nonni e riescono, quindi, a ragionare quasi come un ragazzo, riuscendo a cogliere nel segno tramite regali tecnologici. Al termine di questo rituale tutti attendono il giudizio finale che termina per parcondicio con un pareggio generale e con un ''grazie mille'' da parte dei figli, messi a disagio durante tutta la gara per colpa dei troppi sguardi dedicatigli e per colpa di un oppressione generale.
Ringraziamenti vari, giro di baci a tutti i presenti e via con il prossimo.
La cerimonia termina. Tutti si apprestano a riprendere le proprie giacche. Un ultimo giro di saluti caratterizzato ancora dalla presenza di queste maschere che rendono i volti tutti identici, sorrisi vuoti che non trasmettono calore, soltanto gelo e pena. Completato il giro ognuno è libero di tornarsene a casa, aprire l armadio, riporre i vestiti da evento e togliersi finalmente quella scomoda maschera natalizia. Finalmente si ritorna all'amato egoismo. Liberi tutti da quell'odioso odore di bontà e gentilezza emanato da quella abominevole maschera. Così avanti per 364 giorni, fino al prossimo 25 Dicembre, il tempo della maschera.sto qui...