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"It doesn't matter what you do, as soon as you do it with Passion.."

Buona fortuna, occhi splendenti

Avresti potuto dirlo fin dall'inizio, ma non era nella tua natura vero? 


No, certo che no.


Eppure, nonostante l'odio che da dentro lentamente mi consuma, le mille promesse fatte e infrante, che ora non sono altro che fantasmi che infestano il mio castello, sono stanco di sputarti veleno.


Vedi, io non sono come te, non lo sono mai stato.


Ti ho raccontato tutto di me, le mille debolezze di una persona estroversa rinchiusa in un'armatura di insana timidezza. 


Sapevi, e sai, tutto.


Tutto ciò che può uccidermi.


Ridevi ai miei drammi esistenziali da povero complessato.


Ridevo anche io, per adattarmi al tuo sorriso.


Ricordi quando ti raccontai della paura di tornare ad essere l'uomo che ero? Lo sconfitto che con la testa chinata percorre sempre le stesse e monotone strade?! Ricordi quando ti avevo definita la scossa vitale che cercavo, il mio dannato compromesso di felicità?!


Certo... Certo che lo ricordi.


Era tutto vero purtroppo. Ma non ti importa, lo so.


Sorridi alla vita e lei ti sorriderà, anche senza di me.


Buona fortuna, occhi splendenti.

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Quella sera... A minor

Quella sera accesi la macchina e lasciai partire del blues,

Era un vecchio disco di mio padre, quelli che trovi nel porta oggetti dimenticati a prender polvere.

Le note scorrevano le une sulle altre, e lentamente, sospirando, prendevano vita.

Ricordo che si sentiva appena la chitarra urlare note strozzate, sul monotono ma vagamente sensuale giro di basso in la minore.

A dirla tutta, quella sera, di sensuale c'era ben altro in quella dannata auto,

Le tenevo la mano e preferivo i suoi occhi alla strada.
 
Mi fermai in un parcheggio dove l'unica luce proveniva da un vecchio lampione alla fine del corso.

Ricordo che la pioggia picchiettava dolcemente sul tetto dell'auto
come se tendesse la mano e offrisse il suo aiuto,
come se volesse ripulire due anime sporche prima che fosse troppo tardi.
 
Ma non potè.

I corpi si unirono e gli sguardi incrociarono.
Echi di sospiri persi rincorrendo ansimanti sogni infranti
che sembravano prender persino vita in quella notte 
mentre fuoco e fumo grigio spento
marchiavano la pelle e l'anima.

Lei,

Quella sera,

Disse che mi amava,

E fu drammaticamente divertente.
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Another Love.

- Ned devi scrivere, perchè non scrivi più? -

Dice, uno.

Il mio mood è, mi cito testualmente: ' Andre, vorrei imparare a giocare a Minecraft così mi costruisco una tomba. '

Oppure: ' Andre a me piacciono i fiori, solo che vorrei guardarli dal basso verso l'alto. '

In realtà ironizzo un sacco.

Ma cosa volete che vi dica, come volete che possa parlare.

Partiamo dal presupposto che ho le mani e la bocca cucita, un po' per il mio Ego, un po' perchè non posso dire ciò che realmente penso per evitare il coinvolgimento emotivo di altre persone.

Ora, se io volessi bruciare quel poco che ho attorno, potrei scrivere e scrivere e gettare merda e sangue prendendomi le conseguenze dirette delle mie azioni.

Facendolo però, mi isolerei in un cerchio buio, che non è così diverso da dove sono dentro di me, ma almeno, è diverso da ciò che è fuori di me.

Ci sono persone e ancora aspettative che non posso, anche se vorrei, deludere.

La cosa più pesante è l'obbligo a reagire e a tenere la testa ben alta sulle spalle.

E' ciò che mi ha sempre richiesto la vita da quando sono nato: qualsiasi cosa voglia uccidermi, io devo stare ben dritto in piedi e guardare sempre il Sole, sapendo di farne parte. Che quello è il mio ' imprinting ' e le orme di un Re pesante che devo seguire.

Ma, la verità, è che quando la folla smette di guardarmi, io mi chiudo in casa come un corpo morto sfatto, faccio partire canzoni come ' Where's my mind, Sex on Fire, Another Love. '

Il video di ' Another Love ' mi si è legato addosso. Il tipo, sta fermo, quasi monotono e apatico, dice cose forti come ' Vorrei stringerti, ma non ho più forza nelle mani... E allora canterò, mi hanno detto che le parole vincono sempre, ma... questa volta perderò. '

E intanto la stanza si disfa e la ragazza urla e lui rimane lì, fisso sul suo ' trono ' vedendo tutto che cade a pezzi.

Sentirsi così impotenti....

Esattamente come mi sento io.

Se la tua casa prende fuoco, uno come me, prova coi secchi, i rubinetti, le bottiglie... arrivando persino a sputare pur di spegnere le fiamme.

ma il fuoco non lo controlli quando inizia a bruciare.

Le fiamme diventano sempre più affamate, vogliono solo inghiottire tutto.

Puoi urlare e chiedere aiuto.

ma quello non sono io.

Io, come il ragazzo della canzone, preferisco arrivato al punto di impotenza, starmene lì e lasciarmi bruciare insieme a tutto il resto.

Starò immobile.

Fermo.

Non piangerò, nè tremerò.

Io ho coraggio di bruciare.

La verità sputata è limpida e indissolubile.

Mi sento particolarmente brutto, insignificante, così poco attraente, così piatto e impalpabile.

' Io ti scivolo addosso, Alessia. Ultimamente scivolo addosso a tutte. '

Io non sono la pioggia che ti spacca i vestiti e da cui corri, non sono neanche il vento che ti alza la gonna.

Sono solo una foglia che cade su una strada.

Sai perchè ti dedicai la bella e la bestia?

Te la ridico io la frase, te la scrivo e te la getto in faccia ora.

' E' la cosa che odio... è che hai fatto bene. Io so che hai fatto bene. '

Dicevano che ero arrogante, non è vero. Io meglio di te, sapevo che sul tuo corpo le mie mani non avevano peso. E i miei occhi erano vuoti come vasi di vetro.

Dopo di te, il vuoto.

Non nego che sì, che sì, che sì quanto mi fai schifo.

Avevi di fronte Dio e l'hai guardato passare attraverso come un fantasma di un morto.

E di questo, io porterò sempre il ribrezzo addosso per la tua mediocrità e cecità.

Ma, la verità, è che ad un certo punto, ho solo provato a strapparti i capelli provando a tirarti a me.

Dovevi baciarmi e ridarmi respiro.

E così io, sarei stato grande ancora. Con te, dentro di te, per me.

E invece sei capitata, facendomi sentire così brutto e insulso, nel momento in cui già mi sentivo un mostro che non fa neanche più paura.

Come sono con le altre ?

Si, è vero, avevi ragione, io ne ho tante attorno.

Ieri ho scopato, più volte. Ma ieri sera, ieri sera è stato fantastico.

Eppure, quando ora andrò a lavoro, camminerò tra la gente come uno qualunque e guarderò scivolarmi attorno le luci della metropolitana.

E vorrei sprofondare, lì sotto, condannato all'eterno vuoto che mi spetta.

Vuoi sapere come sono diventato ora, con le Donne?

13:39

il tuo culo mi manca.

Sarà che hai dato per scontato che io sia davvero così idiota come pensi, non mi piace essere sminuita..Norwegian Wood lo sto ancora leggendo, di solito in volo

Avevo una stanza tutta per me in hotel a Milano, che peccato

Sì, ma mi manca lo stesso il tuo culo. E il tuo corpo.

E quindi ?

Io lo voglio.

Prendilo

---

Finisce così.

Se lei mi avesse risposto di no, le avrei detto: va bene.

Lo vedi, riesci a vederla l'impotenza e la sconfitta di un uomo dietro l'approccio ?

Guarda, osserva.

Avrebbe potuto dirmi tante cose, rigettarmi addosso rabbia o farmi domande per capire perchè l'avessi mandata via.

Ma io non avrei saputo rispondere se non: voglio il tuo culo.

E' come quando hai quaranta di febbre e tutto quello che hai nella testa, riesce a trovare forza nella tua bocca solo per far uscire frasi povere e sconnesse.

Non c'è spirito, non c'è personalità, non so neanche più come gridare, o come ferire una persona di parole atroci.

Magari vorrei farlo, magari vorrei ribellarmi e tirare uno schiaffo a te o ad un'altra, o un'altra ancora.

Eppure, tutto ciò che riesco a fare, è solo sorridere e dirti ' Hai fatto bene. '

Non ho mai sentito la testa così pesante.

Io non sono nulla,

polvere su una finestra,

non ho toccato te e non toccherò nessun altro.

La polvere scivola solo addosso.

Scivola solo addosso.

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Il creatore di sorrisi

​Johanne era una bambina bellissima con la pelle diafana e degli occhi grandi del colore del mare incorniciati da lunghe ciocche di serici capelli neri che le ricoprivano la schiena e le spalle. Gli adulti si ostinavano a chiamarla babydoll perché assomigliava alle bambole di porcellana della loro gioventù. Negli anni Johanne cresceva e ogni giorno diventava sempre più bella ma, come tutte le ragazze della sua età non voleva rimanere nel suo piccolo quartiere per tutta la vita. Passava intere notti a sognare la sua vita in città, e ogni sera era una capitale diversa. Ovviamente nei suoi 17 anni Johanne ancora non si fidava ad andare da sola per le strade che non fossero quelle della sua piccola cittadina che contava ben 1467 persone. Conosceva però un posto non troppo distante dalla sua città natia, si trovava alla fine della corsa del tram 411 nel bel mezzo di una foresta, lo scheletro di un luna park abbandonato attirava sempre qualche ragazzino, e molti amici di Johanne c'erano andati descrivendolo come un posto da visitare sicuramente. Così un giorno finita la sessione pomeridiana di scuola prese qualche spicciolo e si incamminò fino alla fermata del tram più vicina.

Le luci a neon sopra la sua testa sfarfallavano da circa 10 minuti quando prenotò la fermata, l'ultima della corsa. Non erano in molti nel tram assieme a lei, una donna con un bambino piccolo in braccio che piangeva continuamente in cerca di attenzioni, un signore che parlava al telefono ed un ragazzo dalla folta capigliatura bionda. Quando scese dalla piccola porta e salutò cortesemente l'autista vide che il ragazzo era ancora seduto e non si accingeva a scendere. 

Il tramonto incendiava la foresta donandole sfumature rossastre quando Johanne attraversò l'ultimo gruppo di arbusti prima dello spiazzo del luna park. 

Un pagliaccio dalla faccia sciolta e dai colori smorti la accoglie, la sua mano e parecchi metri più in là e quel che rimane del corpo è ricoperto da enormi graffiti. Un leggero odore di bruciato e di legno marcio impregnavano l'aria. La giostra che più la intrigava erano le rovine di una montagna russa con la doppia rotaia di metallo consunta, la salita veniva accompagnata da delle scale in legno dall'apparenza pericolanti. Con cautela si arrampicò fino ad arrivare alla piccola cunetta che si trovava poco prima della discesa, dovette appoggiarsi alle rotaie per non cadere, il legno che le reggeva era ancora più marcio perché non veniva protetto dagli arbusti. La vista, nonostante tutto, era spettacolare. L'oblio oscuro si estendeva di fronte a lei, le punte delle querce si mescolano ai Pini ed il profumo di resina impregna l'aria come l'umidità penetra nei vestiti di Johanne facendola rabbrividire. Incrociando le braccia per trattenere un minimo di caldo si appoggia alle rotaie ed osserva la luna spuntare da un gruppo di casupole all'orizzonte, le stelle già punteggiavano il cielo rendendo il posto magico, la semplice umidità si era trasformata in foschia bianca che copriva le rotaie e faceva rabbrividire il corpo di Johanne. Un paio di braccia la circondarono, riconobbe i polsini sfilacciati della felpa ma non ricordava dove li aveva visti l'ultima volta. Chiunque fosse Johanne lo conosceva così si fece trasportare dalle forti braccia del ragazzo fino a terra, e finalmente, alla luce delle lampadine elettriche che avevano portato i suoi amici, lo riconobbe. Non per i profondi occhi chiari incorniciati da centinaia di ciglia color oro, non dai capelli, lo riconobbe dalle profonde cicatrici che portava ai lati del viso. Larghi solchi gli erano stati scavati nella pelle dalle labbra fino alla fine della mascella, al telegiornale si dice sia stata la madre è che lui, nel tentativo di salvarsi, si cucì gli strappi con un vecchio ago arrugginito e del filo da sarta. Si dice anche che quando lo si vede non si vive per riferirlo. È colui di cui parlano tutti. È il creatore di sorrisi. Vedendo il suo sguardo lui le sorrise, rivelando le ferite ancora pulsanti all'interno delle sue guance. 


Johanne si svegliò nel morbido letto di casa sua. Era sudata ed i lunghi capelli le aderivano alle tempie. Non appena il respiro ed il battito del suo cuore di furono calmati si ritrovò a sorridere della sua stupidità. Era solo un sogno.

Si ritrovò a sorridere mentre andava allo specchio per pettinare gli svariati nodi che aveva fatto ai capelli durante il sonno.

Si ritrovò a sorridere anche quando grandi lacrime salata iniziarono a caderle copiosamente su degli squarci ai lati delle labbra. Squarci minuziosamente chiusi da punti di sutura ma ancora pulsanti e doloranti.

Anche mentre il telegiornale avvertiva le persone che il ladro di sorrisi era ancora a piede libero Johanne si ritrovò a sorridere.

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LA TUA INUTILE VITA

Medi del cazzo... Vivono rinchiusi nella loro miserabile scatola senza neanche un buco per l ossigeno. Una vita basata sul nulla. Giornate vuote trascorse a fissare i 15 spot pubblicitari che il loro banale programma preferito trasmette in prima serata tutti i martedì sera, con le sue 4 pubblicità da 10 minuti l'una nonostante il programma ne duri solamente 30. Una testa imbottita di puttanate sfornate da riviste di basso livello. Una testa stracolma di tutto ciò che il sistema desidera spammare in giro tramite mass-media e cartelloni pubblicitari sparsi per citta, cartelloni di 20m con donne seminude in atteggiamenti non consoni ad un ambiente pubblico, cartelloni posti difronte a scuole materne, cartelloni che iniziano a forgiare il loro prezioso cittadino medio sin dalla tenera età. Ma il medio del cazzo non nota tutto ciò, anzi, ne è felice. Alla vista di una ragazza in intimo tutto passa in secondo piano, tutto scende di importanza. Non importa, ad esempio, con quanto impegno e dedizione un regista faccia uscire il proprio film, non importa quale sia il messaggio o quanto sia culturalmente utile la vista di quel capolavoro; tutto quel lavoro verrà devastato dalla forza della banalità con l'uscita dell'ennesimo film natalizio italiano: parolacce, dialetto, tette; uguale, record di incassi. E riguardo a voi, poveri diavoli; voi che andate a guardare il vero film? Siete solo degli sprovveduti. Perdere tempo a guardare un film di 3 ore, e magari devi anche stare attento alla trama dato che devi scervellarti per capirlo. Che imbecilli. Ti guardi un film simile e non c'è neppure una donna nuda o una scena di sesso! Ma fatemi il cazzo di piacere!

Quanto sarebbe piacevole e soddisfacente essere un medio. Una vita piatta, sempre uguale; una routine giornaliera che dà sicurezza, che ti culla, senza la quale saresti perso. Una routine che però non hai ideato te ma ti è stata imposta da qualcun'altro. La mattina ti svegli, ti lavi i denti con il nuovo spazzolino da 9 euro visto in televisione; ti vesti con la solita camicia stirata male, camicia che un intenditore noterebbe subito esser una scarsa imitazione di un marchio famoso, difetto che il tuo povero occhio offuscato non percepisce. Aggiustato il nodo alla cravatta e messo il tuo Rolex che sei così orgoglioso di ostentare in giro, ma che hai comprato dopo anni di risparmi e pane ed acqua, sei pronto; saluti tua moglie disoccupata che accompagna i tuoi due figli a scuola; figli con appioppati nomi banali trascinati dietro da generazioni dato che tutta la tua famiglia assegna ai figli i nomi dei propri nonni. Prima di recarti al lavoro passi al solito bar vicino casa, prendi il tuo cappuccino che credi esser il migliore della città; in verità lo dici soltanto perché non conosci nessun altro posto (credo che anche se ne conoscessi un altro non sapresti riconoscere la differenza di qualità. Le tue papille gustative, del resto, sono state pian piano disintegrate a furia di venire a contatto con quelle cotolette surgelate e preconfezionate, preparate con carni scadute frullate e rielaborate con l ausilio di ammoniaca e robaccia simile). Terminato il fantomatico cappuccino saluti i tre vecchi che passano il loro scarso tempo rimasto in quella topaia, lasci una mancia alla giovane barista straniera, regina dei tuoi terribili sogni piu reconditi, e te ne vai facendole l occhiolino sperando che lei ricambi. Arrivi in ufficio e svolgi i tuoi compiti da bravo schiavett...emm, lavoratore. Stacchi alle 7 di sera, stai morendo di fame dato che la tua amata cotoletta surgelata riscaldata al microonde non ti sazia mai, continui però a comprarla perché fa parte della tua monotonia, fa ormai parte di te. Arrivi a casa, giusto in tempo per il tuo programma preferito. Saluti tua moglie con un grido, senza nemmeno sfiorarla e ti catapulti sul divano togliendoti la cravatta e sbottonandoti la camicia marchiata dalle gore di sudore, mostrando la tua poco sensuale canottiera che tua madre da piccolo ti ha insegnato ad indossare, senza la quale ti senti: incustodito; come se il calore dell'indumento fosse lo stesso di quello emanato dall'affettuoso abbraccio della cara mammina che ti ha allattato fino all'età 3 anni creando nel tuo subconscio complessi di inferiorità ed infantilismo.

Ti godi il programma, incitando tua moglie a portarti velocemente la cena, ricordandole di quanto tu sia stanco ed affaticato, facendola sentire in colpa per non avere un lavoro e per non aver cucinato prima del tuo arrivo, facendola sentire una cattiva moglie inferiore al marito. Lei mette a letto i due bambini, dei quali ti sei dimenticato per i 30 minuti di durata del programma, e poi si reca nella vostra camera; la sta aspettando il mediocre romanzo d'amore che tutte le sue amichette del club delle casalinghe annoiate hanno letto rimanendone sbalordite (in realtà non è altro che il solito copiaticcio del quale non se ne può più. Un libro il cui unico scopo può esser quello di alimentare un fuoco di gennaio). Termina il programma e contemporaneamente termini la tua cena a base di fettine di capocollo alla griglia, una mela ed un bicchiere del vino meno costoso comperato nel supermercato di turno. Anche se fosse stato uno Château Margaux del 2009 dubito avresti notato la differenza,

Ora sei pronto per andare in camera, metti il pigiama, riponi i vestiti sulla sedia difronte alla scrivania perché sei troppo pigro per piegarli, guardi un istante tua moglie cercando di invogliarla con uno sguardo a tenerti compagnia. Però, non ottieni nulla, come tutte le sere; questa sera lei sta male, la sera prima era stanca, quella prima ancora aveva le sue cose…La verità è che sei noioso nella vita quotidiana come lo sei a letto e quindi lei preferisce dormire piuttosto che impegnarsi a fingere. Così ti sistemi il cuscino e ti sdrai appoggiato sul fianco sinistro fissando il comodino fino a quando l amata mogliettina non termina la lettura del suo fantastico romanzo e spenge la luce. A quel punto pian piano ti addormenti. La mattina seguente la sveglia suona alle 7:15, ricomincia il circolo vizioso della banalità.

Infondo ti invidio. Si, esatto, ti invidio. Invidio il fatto che non ti interesserai mai di politica risparmiandoti ansia ed emicrania, invidio il fatto che non passerai mai tempo a leggere un libro complesso o a guardare un film colmo di citazioni ed intrecci; invidio persino il fatto che non ti renderai mai conto di ciò che ti circonda e di ciò che accade di atroce nel mondo. Invidio la tua mentalità, così ristretta che non sentirai mai il bisogno di nulla che non sia al di fuori della tua portata. Invidio te e la tua ridicola felicità, fondata sul nulla. Invidio te e la tua inutile vita.i...

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