puntami una pistola alla testa e dipingi le pareti con le mie cervella .
puntami una pistola alla testa e dipingi le pareti con le mie cervella .
Il blues che suona dalle casse del vinile ,
le note struggenti che sembrano quasi materializzarsi ,
il puzzo di alcol sui vestiti ,
il tramonto triste che mi illumina fiocamente il volto ,
il rilassante rumore della sedia a dondolo che va avanti ed indietro .
Amo questa vita
Sarà un esperimento, un folle esperimento. Voglio distruggere ogni forma ogni regola ogni struttura per poter superare i vincoli della ragione. L'unica possibilità che ho per salvarmi è andare oltre gli schemi tradizionali, anche a costo di addentrarmi in un ambiente inesplorato. Siamo io e te, l'uno di fronte all'altro, io che guardo te mostrare me, sí tu sei la mia immagine, tu sei mia, larappresentazione di ciò che sono dentro; e io ti guardo ti ammiro, mi compiaccio nel vedermi cosí sontuoso. Vedo un leone, si erge sopra una rupe, domina con lo sguardo la savana indeterminata. Sembra orgoglioso di sè, della sua potenza, della sua maestosità: vede tigri rincorrere gazzelle, elefanti muoversi numerosi in gruppo, giraffe rubarsi a vicenda la foglia piú alta dell'albero. Lui è fermo, statico, immobile, il vento gli scosta la criniera, sembra quasi una divinità che osserva dall'Olimpo le creature nel loro continuo affaccendarsi, silenziosa sembra perdersi in questa vista vaga. Forse stanco della veduta, forse della sua condizione, si allontana, si avvicina ad un baobab, chiude gli occhi e si immerge in un profondo riposo. Ritorno in me, mi accorgo di star fissando uno specchio, l'immagine riflessa è ritornata ad assomigliare alla mia controparte esteriore. Quel messaggio, quel leone, che cosa mi avrà voluto dire la mia coscienza? L'immagine iniziale riflessa era una proiezione del mio io, un dipinto della mia condizione interiore, perché allora mi ha lasciato questa visione, cosa devo ancora conoscere di me stesso che mi è celato?
Il mondo esteriore non è che una proiezione del nostro mondo
Stavo pensando alle mie paure dentro le tue foto,
Al mio ego divincolarsi fra le pieghe della tua anima,
Mentre lentamente la musica si alza ed impone con fare autoritario la sua melodia struggente, sfondandomi i timpani e la mente di mesti ricordi.
Mi sono rivisto dentro,
Nei tuoi occhi,
Ho assaporato a fondo la solitudine e il gusto amaro di ogni lacrima mentre osservavo il tuo sorriso.
I miei brividi e il tuo menefreghismo.
Il mio amore e la tua indifferenza.
Ti ho sognata mentre ballavi e non ricordavi chi fossi. Ti ho sognata ignorarmi e ti ho sognata dannatamente felice.
Ho sognato di noi.
Poi ho ripensato al nostro amore maledetto dal passato, al nostro amore sporco senza futuro e pieno di rimpianti.
Vedi? Hai vinto tu, non faccio altro che pensare al nostro tempo,
Al tempo che ho perso,
Dentro di te.
Volevo lasciarti il tuo tempo,ma non ce la faccio,ieri sera ho praticamente obbligato un mio amico ad uscire per questa triste e ventosa citta,con la speranza di incontrarti come si dice in questi casi " la speranza è l'ultima a morire",trovo difficile trovare anche solo un barlume di speranza nel mio cuore ormai,verso le 2 mi sono abbandonato su una panchina con una fra le viste panoramiche più belle che io abbia mai visto. Stavo per chiudere gli occhi e dedicarmi al buio ,quando l'ho vista,splendeva di una luce immensa.la luna. Sono rimasto a fissarla e i pensieri che arrovellavano il mio cervello ,per un istante sono scomparsi. Al che mi è venuta in mente una frase che ho letto tanto tempo fa :" Che importanza ha l'eternità della dannazione per chi ,in un istante ha provato l'infinito della gioia. Per me la gioia più grande sei stata tu. I tuoi occhi ,il tuo sorriso,il tuo viso è il mio quadro preferito." Purtroppo la notte non è stata clemente con la mia anima,ha aspettato in silenzio,ha covato nel buio è alla fine mi ha preso. Il buio,unico alleato e nemico di noi poveri sognatori.