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"It doesn't matter what you do, as soon as you do it with Passion.."
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Pensieri confusi

Fui frutto dell'inconscio, fui lascito di uno scorcio,

fui l'attimo in cui mi accorcio, fui diniego e fui mio punto d'appoggio.

Se mai mi lasciassi andare, sei mai annegassi nel male, il male lascerebbe andare o nel mare mi vedrei annegare?

Fui atto fraudolento, fui mimetico approfittatore, se dicessi grazie e basta, coprirei il mio errore?

Se ricordassi chi sono,

se sapessi da chi io vengo,

se amassi in me, me stesso,

meriterei il mio perdono?


Come l'attimo che passa, come il domani che non c'è,

ogni pensiero in me passa, col valore di ciò che non è.

E confuso mi addormento, spesso anche si da sveglio, 
per confonder quanto basta,
e dirmi: l'indomani è già meglio.


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Verità

Per vivere bene con se stessi bisogna essere retti, la rettitudine è da considerarsi bene divino, una strada, una luce che illumina il proprio cammino.
Lo vede chi si perde e decade, esser bugiardo è come viver nell'ade, il corpo si destabilisce, la mente di scolorisce, confonde, coercisce.
La bugia sfuma e confonde, esser bugiardi in se stessi ci sfuma e confonde, noi ne abusiamo perchè diamo più importanza alla realtà presente, alla vita quotidiana,
chiudiamo un occhio e non ci guardiamo dentro, mentre il nostro fuoco si sta spegnendo.
Quante verità ci dovremmo dire! Quante notti a non dormire! Quanti sussulti allo scoprire, quelle realtà che speravamo morire.
C'è chi si distrugge per potersi dire il vero, e chi somatizza perchè impossibilitato a mentire a se stesso.
Senza verità non esiste futuro.

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In vita mia ho pianto e me ne vergogno

In vita mia ho pianto e me ne vergogno, perciò compenso essendo un vero uomo.
In vita mia sono stato bambino, mi sono fatto abusare e mi sono umiliato con le mie azioni,
ho paura ogni tanto che qualcuno si ricordi.
Perciò oggi sono un vero uomo.
In vita mia mi sono innamorato, come uno stupido, è stato molto imbarazzante, una di quelle esperienze che vorresti tornare indietro per cancellarle.
Oggi sono uomo ma ogni tanto mi tocca immaginare di tornare indietro e fare la scelta giusta, quella perfetta, quella in cui tu sei perfetto.
Non dico che il passato mi perseguita, ma neanche che sono tanto uomo da averlo superato senza rimorsi.
Avrei voluto rimanere più tempo adolescente, avrei voluto essere migliore, avrei voluto aiutare chi aveva bisogno di me,
avrei voluto vivere più liberamente, avere meno paure, sarò banale ma avrei voluto lottare.


Oggi sono uomo adulto, ho casa e mutuo, lavoro e sono fidanzato.
Uomo sociale finito e fatto.

"La verità è che sono cattivo, ma questo cambierà, io cambierò, è l'ultima volta che faccio cose come questa, metto la testa a posto, vado avanti, rigo dritto, scelgo la vita."

Divenendo adulti si nota una cosa, scegliere la vita è cosa complessa e sfumata, ci vuole anche la cattiveria per non fare la più grossa cazzata, perdersi in una vita sfigata, sprecata, senza sapore, scegliere la vita significa ammazzare, violentare, ed abusare, abusare se stessi e le proprie unicità, per direzionarci su scelte specifiche e tentare di seguire strade prolifiche.










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Non tutti i pensieri portano compimento, a volte solo semi d'idee

Come può l'uomo vivere senza le sue maschere, come potrebbe esprimersi senza filtri? Cos'è che crea l'immagine personale?
Con la formazione delle società/stato c'è stato un passaggio dall'identità personale/famigliare su una base d'eredità molto piccola,
al mescolamento totale degli archetipi mondiali, la massima espressione di ciò si è vista con l'era dell'informazione, siamo così collegati da attivamente influenzarci, da un punto all'altro del mondo, da una classe sociale all'altra, da un sistema economico all'altro, ci assimiliamo, assomigliamo, uniformiamo, come avviene con la mescolanza genetica così avviane per la mescolanza identitario/archetipica, ora si che l'inconscio collettivo è partecipe/padre delle nostre vite.
L'individuazione della persona moderna è così estremizzata negli elementi caotici, che essendo sempre più comuni sono meno critici,
più guerra ma meno morte.
I valori decantano, non decadono come si pensa, e la morte dell'assoluto (dio/stato/famiglia) amplifica il relativo.


In tutto il tempo dell'uomo sociale (chissà prima?) dall'uniformazione si è distaccata l'individuazione, così l'uomo si è particolareggiato di carattere, sono nate le civiltà, i paesi, la diversità si è particolareggiata nei macro sistemi ad oggi strutturali e nei micro sistemi personali, nella magnifica creazione artistica che è tipica dell'individuo.
L'uomo moderno è sicuramente interessante in ciò, massimamente istituzionalizzato e assolutamente individualista, dimostrazione che i poli allungati agli estremi offrono punti di contatto, come un uroboro.
Forse una maschera che finalmente rappresenta il mascherato?
E' forse il passaggio dall'essere totalmente inconscio che perciò viene totalmente guidato da ciò all'essere talmente conscio da integrare questo paradigma nella presenza attiva (realtà cosciente)?


Non dovremmo sottovalutare la possibilità che il sistema umanità si stia evolvendo attivamente più complessamente e più profondamente di quanto siamo disposti ad osservare dagli studi storici/psicologici e sociologici.

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Dolo.

Vivo in un epoca di profonda solitudine, nulla di nuovo, ma porta in me inquietudine.

Passo il tempo a costruire l'inutile, nulla di nuovo per chi vive una vita inutile.

Mi vanto di successi miseri e materiali, banali ma per certi versi fondamentali.

Non vedo il futuro, ne il presente, futile cercare senza guardarsi dentro.

Futile amare senza il coraggio di guardarsi dentro.

Ripeto la cantilena dell'introspezione ma sono intrappolato, in detenzione.

Conosco la soglia, è il dolore, lo so, lo capisco, ma ne ho paura nel cuore!

Mi dico dentro, "devi provar dolore!" ,  lo so, lo capisco, ma ne ho paura nel cuore!

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