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"It doesn't matter what you do, as soon as you do it with Passion.."

Moon

Volevo lasciarti il tuo tempo,ma non ce la faccio,ieri sera ho praticamente obbligato un mio amico ad uscire per questa triste e ventosa citta,con la speranza di incontrarti come si dice in questi casi " la speranza è l'ultima a morire",trovo difficile trovare anche solo un barlume di speranza nel mio cuore ormai,verso le 2 mi sono abbandonato su una panchina con una fra le viste panoramiche più belle che io abbia mai visto. Stavo per chiudere gli occhi e dedicarmi al buio ,quando l'ho vista,splendeva di una luce immensa.la luna. Sono rimasto a fissarla e i pensieri che arrovellavano il mio cervello ,per un istante sono scomparsi. Al che mi è venuta in mente una frase che ho letto tanto tempo fa :" Che importanza ha l'eternità della dannazione per chi ,in un istante ha provato l'infinito della gioia. Per me la gioia più grande sei stata tu. I tuoi occhi ,il tuo sorriso,il tuo viso è il mio quadro preferito." Purtroppo la notte non è stata clemente con la mia anima,ha aspettato in silenzio,ha covato nel buio è alla fine mi ha preso. Il buio,unico alleato e nemico di noi poveri sognatori. 

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Buona fortuna, occhi splendenti

Buona fortuna, occhi splendenti

Avresti potuto dirlo fin dall'inizio, ma non era nella tua natura vero? 


No, certo che no.


Eppure, nonostante l'odio che da dentro lentamente mi consuma, le mille promesse fatte e infrante, che ora non sono altro che fantasmi che infestano il mio castello, sono stanco di sputarti veleno.


Vedi, io non sono come te, non lo sono mai stato.


Ti ho raccontato tutto di me, le mille debolezze di una persona estroversa rinchiusa in un'armatura di insana timidezza. 


Sapevi, e sai, tutto.


Tutto ciò che può uccidermi.


Ridevi ai miei drammi esistenziali da povero complessato.


Ridevo anche io, per adattarmi al tuo sorriso.


Ricordi quando ti raccontai della paura di tornare ad essere l'uomo che ero? Lo sconfitto che con la testa chinata percorre sempre le stesse e monotone strade?! Ricordi quando ti avevo definita la scossa vitale che cercavo, il mio dannato compromesso di felicità?!


Certo... Certo che lo ricordi.


Era tutto vero purtroppo. Ma non ti importa, lo so.


Sorridi alla vita e lei ti sorriderà, anche senza di me.


Buona fortuna, occhi splendenti.

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Quella sera... A minor

Quella sera... A minor
Quella sera accesi la macchina e lasciai partire del blues,

Era un vecchio disco di mio padre, quelli che trovi nel porta oggetti dimenticati a prender polvere.

Le note scorrevano le une sulle altre, e lentamente, sospirando, prendevano vita.

Ricordo che si sentiva appena la chitarra urlare note strozzate, sul monotono ma vagamente sensuale giro di basso in la minore.

A dirla tutta, quella sera, di sensuale c'era ben altro in quella dannata auto,

Le tenevo la mano e preferivo i suoi occhi alla strada.
 
Mi fermai in un parcheggio dove l'unica luce proveniva da un vecchio lampione alla fine del corso.

Ricordo che la pioggia picchiettava dolcemente sul tetto dell'auto
come se tendesse la mano e offrisse il suo aiuto,
come se volesse ripulire due anime sporche prima che fosse troppo tardi.
 
Ma non potè.

I corpi si unirono e gli sguardi incrociarono.
Echi di sospiri persi rincorrendo ansimanti sogni infranti
che sembravano prender persino vita in quella notte 
mentre fuoco e fumo grigio spento
marchiavano la pelle e l'anima.

Lei,

Quella sera,

Disse che mi amava,

E fu drammaticamente divertente.
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Another Love.

- Ned devi scrivere, perchè non scrivi più? -

Dice, uno.

Il mio mood è, mi cito testualmente: ' Andre, vorrei imparare a giocare a Minecraft così mi costruisco una tomba. '

Oppure: ' Andre a me piacciono i fiori, solo che vorrei guardarli dal basso verso l'alto. '

In realtà ironizzo un sacco.

Ma cosa volete che vi dica, come volete che possa parlare.

Partiamo dal presupposto che ho le mani e la bocca cucita, un po' per il mio Ego, un po' perchè non posso dire ciò che realmente penso per evitare il coinvolgimento emotivo di altre persone.

Ora, se io volessi bruciare quel poco che ho attorno, potrei scrivere e scrivere e gettare merda e sangue prendendomi le conseguenze dirette delle mie azioni.

Facendolo però, mi isolerei in un cerchio buio, che non è così diverso da dove sono dentro di me, ma almeno, è diverso da ciò che è fuori di me.

Ci sono persone e ancora aspettative che non posso, anche se vorrei, deludere.

La cosa più pesante è l'obbligo a reagire e a tenere la testa ben alta sulle spalle.

E' ciò che mi ha sempre richiesto la vita da quando sono nato: qualsiasi cosa voglia uccidermi, io devo stare ben dritto in piedi e guardare sempre il Sole, sapendo di farne parte. Che quello è il mio ' imprinting ' e le orme di un Re pesante che devo seguire.

Ma, la verità, è che quando la folla smette di guardarmi, io mi chiudo in casa come un corpo morto sfatto, faccio partire canzoni come ' Where's my mind, Sex on Fire, Another Love. '

Il video di ' Another Love ' mi si è legato addosso. Il tipo, sta fermo, quasi monotono e apatico, dice cose forti come ' Vorrei stringerti, ma non ho più forza nelle mani... E allora canterò, mi hanno detto che le parole vincono sempre, ma... questa volta perderò. '

E intanto la stanza si disfa e la ragazza urla e lui rimane lì, fisso sul suo ' trono ' vedendo tutto che cade a pezzi.

Sentirsi così impotenti....

Esattamente come mi sento io.

Se la tua casa prende fuoco, uno come me, prova coi secchi, i rubinetti, le bottiglie... arrivando persino a sputare pur di spegnere le fiamme.

ma il fuoco non lo controlli quando inizia a bruciare.

Le fiamme diventano sempre più affamate, vogliono solo inghiottire tutto.

Puoi urlare e chiedere aiuto.

ma quello non sono io.

Io, come il ragazzo della canzone, preferisco arrivato al punto di impotenza, starmene lì e lasciarmi bruciare insieme a tutto il resto.

Starò immobile.

Fermo.

Non piangerò, nè tremerò.

Io ho coraggio di bruciare.

La verità sputata è limpida e indissolubile.

Mi sento particolarmente brutto, insignificante, così poco attraente, così piatto e impalpabile.

' Io ti scivolo addosso, Alessia. Ultimamente scivolo addosso a tutte. '

Io non sono la pioggia che ti spacca i vestiti e da cui corri, non sono neanche il vento che ti alza la gonna.

Sono solo una foglia che cade su una strada.

Sai perchè ti dedicai la bella e la bestia?

Te la ridico io la frase, te la scrivo e te la getto in faccia ora.

' E' la cosa che odio... è che hai fatto bene. Io so che hai fatto bene. '

Dicevano che ero arrogante, non è vero. Io meglio di te, sapevo che sul tuo corpo le mie mani non avevano peso. E i miei occhi erano vuoti come vasi di vetro.

Dopo di te, il vuoto.

Non nego che sì, che sì, che sì quanto mi fai schifo.

Avevi di fronte Dio e l'hai guardato passare attraverso come un fantasma di un morto.

E di questo, io porterò sempre il ribrezzo addosso per la tua mediocrità e cecità.

Ma, la verità, è che ad un certo punto, ho solo provato a strapparti i capelli provando a tirarti a me.

Dovevi baciarmi e ridarmi respiro.

E così io, sarei stato grande ancora. Con te, dentro di te, per me.

E invece sei capitata, facendomi sentire così brutto e insulso, nel momento in cui già mi sentivo un mostro che non fa neanche più paura.

Come sono con le altre ?

Si, è vero, avevi ragione, io ne ho tante attorno.

Ieri ho scopato, più volte. Ma ieri sera, ieri sera è stato fantastico.

Eppure, quando ora andrò a lavoro, camminerò tra la gente come uno qualunque e guarderò scivolarmi attorno le luci della metropolitana.

E vorrei sprofondare, lì sotto, condannato all'eterno vuoto che mi spetta.

Vuoi sapere come sono diventato ora, con le Donne?

13:39

il tuo culo mi manca.

Sarà che hai dato per scontato che io sia davvero così idiota come pensi, non mi piace essere sminuita..Norwegian Wood lo sto ancora leggendo, di solito in volo

Avevo una stanza tutta per me in hotel a Milano, che peccato

Sì, ma mi manca lo stesso il tuo culo. E il tuo corpo.

E quindi ?

Io lo voglio.

Prendilo

---

Finisce così.

Se lei mi avesse risposto di no, le avrei detto: va bene.

Lo vedi, riesci a vederla l'impotenza e la sconfitta di un uomo dietro l'approccio ?

Guarda, osserva.

Avrebbe potuto dirmi tante cose, rigettarmi addosso rabbia o farmi domande per capire perchè l'avessi mandata via.

Ma io non avrei saputo rispondere se non: voglio il tuo culo.

E' come quando hai quaranta di febbre e tutto quello che hai nella testa, riesce a trovare forza nella tua bocca solo per far uscire frasi povere e sconnesse.

Non c'è spirito, non c'è personalità, non so neanche più come gridare, o come ferire una persona di parole atroci.

Magari vorrei farlo, magari vorrei ribellarmi e tirare uno schiaffo a te o ad un'altra, o un'altra ancora.

Eppure, tutto ciò che riesco a fare, è solo sorridere e dirti ' Hai fatto bene. '

Non ho mai sentito la testa così pesante.

Io non sono nulla,

polvere su una finestra,

non ho toccato te e non toccherò nessun altro.

La polvere scivola solo addosso.

Scivola solo addosso.

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Il creatore di sorrisi

​Johanne era una bambina bellissima con la pelle diafana e degli occhi grandi del colore del mare incorniciati da lunghe ciocche di serici capelli neri che le ricoprivano la schiena e le spalle. Gli adulti si ostinavano a chiamarla babydoll perché assomigliava alle bambole di porcellana della loro gioventù. Negli anni Johanne cresceva e ogni giorno diventava sempre più bella ma, come tutte le ragazze della sua età non voleva rimanere nel suo piccolo quartiere per tutta la vita. Passava intere notti a sognare la sua vita in città, e ogni sera era una capitale diversa. Ovviamente nei suoi 17 anni Johanne ancora non si fidava ad andare da sola per le strade che non fossero quelle della sua piccola cittadina che contava ben 1467 persone. Conosceva però un posto non troppo distante dalla sua città natia, si trovava alla fine della corsa del tram 411 nel bel mezzo di una foresta, lo scheletro di un luna park abbandonato attirava sempre qualche ragazzino, e molti amici di Johanne c'erano andati descrivendolo come un posto da visitare sicuramente. Così un giorno finita la sessione pomeridiana di scuola prese qualche spicciolo e si incamminò fino alla fermata del tram più vicina.

Le luci a neon sopra la sua testa sfarfallavano da circa 10 minuti quando prenotò la fermata, l'ultima della corsa. Non erano in molti nel tram assieme a lei, una donna con un bambino piccolo in braccio che piangeva continuamente in cerca di attenzioni, un signore che parlava al telefono ed un ragazzo dalla folta capigliatura bionda. Quando scese dalla piccola porta e salutò cortesemente l'autista vide che il ragazzo era ancora seduto e non si accingeva a scendere. 

Il tramonto incendiava la foresta donandole sfumature rossastre quando Johanne attraversò l'ultimo gruppo di arbusti prima dello spiazzo del luna park. 

Un pagliaccio dalla faccia sciolta e dai colori smorti la accoglie, la sua mano e parecchi metri più in là e quel che rimane del corpo è ricoperto da enormi graffiti. Un leggero odore di bruciato e di legno marcio impregnavano l'aria. La giostra che più la intrigava erano le rovine di una montagna russa con la doppia rotaia di metallo consunta, la salita veniva accompagnata da delle scale in legno dall'apparenza pericolanti. Con cautela si arrampicò fino ad arrivare alla piccola cunetta che si trovava poco prima della discesa, dovette appoggiarsi alle rotaie per non cadere, il legno che le reggeva era ancora più marcio perché non veniva protetto dagli arbusti. La vista, nonostante tutto, era spettacolare. L'oblio oscuro si estendeva di fronte a lei, le punte delle querce si mescolano ai Pini ed il profumo di resina impregna l'aria come l'umidità penetra nei vestiti di Johanne facendola rabbrividire. Incrociando le braccia per trattenere un minimo di caldo si appoggia alle rotaie ed osserva la luna spuntare da un gruppo di casupole all'orizzonte, le stelle già punteggiavano il cielo rendendo il posto magico, la semplice umidità si era trasformata in foschia bianca che copriva le rotaie e faceva rabbrividire il corpo di Johanne. Un paio di braccia la circondarono, riconobbe i polsini sfilacciati della felpa ma non ricordava dove li aveva visti l'ultima volta. Chiunque fosse Johanne lo conosceva così si fece trasportare dalle forti braccia del ragazzo fino a terra, e finalmente, alla luce delle lampadine elettriche che avevano portato i suoi amici, lo riconobbe. Non per i profondi occhi chiari incorniciati da centinaia di ciglia color oro, non dai capelli, lo riconobbe dalle profonde cicatrici che portava ai lati del viso. Larghi solchi gli erano stati scavati nella pelle dalle labbra fino alla fine della mascella, al telegiornale si dice sia stata la madre è che lui, nel tentativo di salvarsi, si cucì gli strappi con un vecchio ago arrugginito e del filo da sarta. Si dice anche che quando lo si vede non si vive per riferirlo. È colui di cui parlano tutti. È il creatore di sorrisi. Vedendo il suo sguardo lui le sorrise, rivelando le ferite ancora pulsanti all'interno delle sue guance. 


Johanne si svegliò nel morbido letto di casa sua. Era sudata ed i lunghi capelli le aderivano alle tempie. Non appena il respiro ed il battito del suo cuore di furono calmati si ritrovò a sorridere della sua stupidità. Era solo un sogno.

Si ritrovò a sorridere mentre andava allo specchio per pettinare gli svariati nodi che aveva fatto ai capelli durante il sonno.

Si ritrovò a sorridere anche quando grandi lacrime salata iniziarono a caderle copiosamente su degli squarci ai lati delle labbra. Squarci minuziosamente chiusi da punti di sutura ma ancora pulsanti e doloranti.

Anche mentre il telegiornale avvertiva le persone che il ladro di sorrisi era ancora a piede libero Johanne si ritrovò a sorridere.

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