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"It doesn't matter what you do, as soon as you do it with Passion.."

La straordinaria storia di Sir.Artur.Wallas - Parte 5 -

Salutai Ginevra l'indomani.
I genitori, mi pagarono un taxxi per il ritorno e si scusarono di avermi trattenuto così a lungo. Io, ringraziai.
Il motivo per cui non me ne tornavo al villaggio depresso o insoddisfatto, era il numero che avevo lasciato sul cellulare di Ginevra ed una promessa, o meglio, un appuntamento: il giorno prima del mio compleanno, il 18 di quel torrido Agosto, ci saremmo rivisti e avremmo festeggiato insieme. In un certo senso, mi ero dichiarato, ma non mi ero esposto così tanto. Voglio dire, passare la notte del proprio compleanno, con una ragazza, da soli sulla spiaggia. sarebbe stato un evidente flirt nei suoi confronti e dato che nutrivo più di qualche dubbio sul fatto di piacerle o meno, la buttai lì: inventandomi che i miei amici del villaggio andavano in una discoteca in cui mi avevano cacciato fuori e dove non volevo e non potevo tornarci.
A ripensarci, era una strana scusa, ma non importa se reggesse o meno, fatto sta che lei accettò con un sorriso. E quel sorriso, me lo portai dietro per i giorni seguenti.
Ignorai completamente tutte le ragazze in costume, in topless, disinibite ad abbronzarsi davanti ai miei occhi, avevo in mente solo il suo di corpo e più lo pensavo, più trattenevo le erezioni dure e grosse che premevano nei miei pantaloni.
Non mi masturbavo perchè ho una strana scaramanzia. In sostanza se mi masturbo pensando ad una ragazza, quella ragazza immaginata, non riesco poi a portarmela a letto. Vi dirò addirittura, che spesso, la frattura nelle mie poche relazioni serie avute, è coincisa col masturbarsi pensando alla mia fidanzata. Come se, masturbarsi pensando a quella persona, decretasse il non poter avere più il suo corpo in carne ed ossa.
E' una stronzata, ma anche la scaramanzia è una stronzata, eppure, un po' ci credo...
Mi trattenni quindi all'inverosimile e poi, arrivata la sera del 18, dopo una lunga preparazione in cui avrò sistemato e ricambiato l'ordine dei miei capelli almeno dieci volte, mi avviai alla spiaggia promessa.
Finalmente, era giunto il giorno. Il Viaggio per arrivarci però, fu tutto in bicicletta e considerata l'alta temperatura, arrivai abbastanza sudato. Mi annusai ripetutamente sperando che si sentisse ancora il buon profumo addosso. Fortuna che c'era il mare, quindi potevo spogliarmi e farmi un tuffo e nessuno avrebbe notato che avevo sudato all'inverosimile, solo che, quando arrivai in spiaggia, lei, era già lì.
Tra l'altro, il primo commento che fece, fu proprio il seguente: Sei un po' sudato Ned?
Ma, subito dopo, continuò: ' Andiamo a farci un bagno dai. '
Fu così rapido, che l'imbarazzo cedette il posto alla rassicurazione.
La spiaggia era deserta, c'era il tramonto ma senza i soliti colori rossi, si sentivano i rumori della pineta alle nostre spalle e l'acqua aveva quella temperatura gradevole che assume verso sera, dopo una calda giornata.
Il momento in cui si alzò dal telo da bagno e si tolse maglietta e i pantaloncini, mi sembrò durare una piacevole eternità. La sua schiena nuda che si scopriva, il suo sedere piccolo e sodo come granito... Ogni centimetro di tessuto che si sfilava, era un centimetro in più della sua pelle nuda e a me sembrava di vederla scoperta a rallentatore. Era fantastico.
Quando andammo in acqua poi, i suoi capezzoli divennero duri e rigidi e nonostante fingessi di non farci caso, li osservavo con la voglia di addentarli e mordicchiarli un po'… Mi puntavano, sporgevano fuori come vogliosi di uscire da quel pezzo di stoffa.
Arrivò il momento.
Un'onda la spinse all'indietro verso il mio corpo... le sue cosce si accostarono al mio membro e sentii strusciarmi addosso il suo sedere trascinato dall'acqua... Eravamo finiti attaccati ed io, per istinto, le baciai le morbide spalle.
Mentre le mie labbra si avvicinavano, nella mia testa, una strana voce mi gridò: Se lo fai, sei fottuto. Lui, lo verrà a sapere. Lo sai, lo sai, la verità viene SEMPRE a galla.
Ma si sa, io e la mia coscienza, siamo due estranei che si ascoltano poco l'un l'altro.
Poi, poi dovreste levarmi la penna tra le mani, perchè riempirei fogli e fogli su quello che fu per me il fare l'amore con Ginevra. L'acqua fu l'inizio di ogni luogo, ogni sterpaglia, ogni posto, in cui nei giorni seguenti, io e lei ci scopammo fino al farmi sentire dentro le sue ossa, il suo stomaco, come animali che si cacciano selvaggi in una foresta sperduta. Ancora e ancora.
Harder and harder, deeper and deeper, cantavano i Bullet.
L'ultimo giorno della mia vacanza, ci salutammo come due persone consapevoli che hanno fatto lo sbaglio peggiore della loro intera vita. Due condannati a morte, due idioti, due ragazzini irresponsabili.
Mentre salivo in macchina, lei preoccupata e stretta tra le sue braccia mi strillò con impeto : Non dirlo ad Ale, ti prego Ned, fallo per te stesso!
Quello, fu anche il primo giorno in cui coniai questa frase, come una lapide sulla mia testa che non mi abbandonò più : I'm a deadman walking. I deadman walking sono i condannati a morte, ma la traduzione è ciò che fa rabbrividire: uomini morti che camminano.
Io stavo camminando verso Milano, su un treno regionale sporco e puzzolente e ogni minuto più vicino alla mia città, era eterno e spaventoso. Avrei voluto non finisse mai quel viaggio, perchè sapevo che dovevo scendere prima o poi.
Tutti dobbiamo scendere dai nostri treni prima o poi.
Vedete ci sono uomini che non possono uccidere e uomini che possono uccidere. Wallas poteva uccidere, per Ginevra, poteva. Tutto quel sangue caldo che gli ribolliva, poteva esplodere in un atto di estrema violenza, nel suo caso in un paio di coltellate - salvo poi pentirsene per il resto dei suoi giorni, perchè non l'avrebbe mai fatto a mente lucida, ma l'avrebbe fatto in quelle condizioni, un istinto che ben comprendevo, dato che anche io sono fatto così -
Escogitai un piano. Tanto in fondo, sapevo che lui sapeva. Qualcuno avrebbe parlato, presto o tardi, lui sospettava da tempo di me e Ginevra e quindi, dovevo prevenire il disastro, dandogli il tempo per calmarsi o almeno facendo in modo che non ci rimettessi le penne… Ma come?
Prima di partire per la Toscana, mi frequentavo con una certa Giulia che, caso vuole, abitasse a pochi metri dalla casa del Wallas. Sempre per caso fortuito, il Wallas ci aveva visti assieme, si era seduto con noi al tavolo di un pub e si era preso una cotta per la mia Giulia o almeno, la trovava così attraente da farci più di qualche pensierino - anche se non l'aveva certo ammesso, lo si intuiva dai suoi sguardi e i suoi modi costruiti di parlare per darsi un'aria -Raccontai tutto a Giulia nella speranza che la mia vita a rischio fosse più importante del semplice ' Mi hai tradito bastardo ! '
Ad aggravare la mia posizione però, c'era la mia richiesta: Provaci con lui, se ti bacia, siamo pari. E consapevole di questa parità, si sentirebbe anche lui in colpa. Quindi, non mi ucciderebbe.
Furono ore intense quelle in cui Giulia mi staccò il telefono in faccia...
Iniziavo ad immaginare la mia ultima cena, il mio testamento, la mia ultima sega... bè la mia ultima scopata era stata grandiosa, quindi, poteva andarmi peggio. La situazione era così drammatica da farmi divertire a crepa pelle, sceso alla stazione centrale, controllato che il Wallas non mi aspettasse ai binari, iniziai a riprodurre nel mio ipod le canzoni da marcia funebre. E ammetto, la cosa mi divertiva. Era grottesco. In aggiunta, mia madre era in vacanza ancora per due lunghe settimane ed io, ero a casa da solo con i miei cereali e le mie pantofole.
Giunto a casa, mi barricai con tanto di tavolo messo a mo di barriera sulla porta e coltello pronto all'uso, sotto il cuscino da letto.
Poi, durante la mia prima notte da militare in trincea, Giulia mi chiamò.
' Lo faccio solo perchè so che non meriti una brutta fine. Ma con te, ho chiuso. Ciao. '
Ringraziai ogni stella possibile ed immaginabile, ma il problema ora, era soltanto uno: quei due dovevano baciarsi e io, dovevo avere qualcuno che testimoniasse l'accaduto. Come potevo fare? Organizzai anche questo grazie alla gentile disponibilità di Giulia e di una sua amica e tutto filò per il verso giusto, il piano funzionò, i due si incontrarono in un parco, lei fece la gallina, lui ci provò.. il Wallas baciò Giulia.
Ora, dovevo solo farmi avanti.
Mentre pensavo a come agire, a cosa scrivergli, in che modo potessi sia rivelargli di Ginevra, che di quello che aveva fatto con Giulia, mentre pianificavo vie di fuga, opzioni secondarie ed altro, il citofono di casa mia, suonò in una piovosa sera di fine Agosto.
' Scendi. '
Il fatto che mi disse di scendere, fu rincuorante, perchè almeno, aveva abbastanza sale in zucca da non salire e sfondarmi la porta malamente.
Però, non mi fidavo lo stesso. In più, la sorpresa, così, tutta d'un tratto, mi faceva palpitare il cuore come l'acqua che ribolliva sulla pentola della pasta. Ero preso alla sprovvista, avevo calcolato bene i piani, ma non le tempistiche. Aggiunse, nel mio totale silenzio : ' Tu non amavi Giulia, mentre Ginevra era la donna della mia vita, sei un lurido bastardo! Scendi, se hai le palle, almeno mettici la faccia. SCENDI ORA ! '
Sapete perchè scesi ? Scesi perchè quello, era il mio migliore amico. Scesi perchè gli volevo così bene, da sapere quanto gli avesse fatto male il mio gesto. Ed in qualche modo dovevo pagare, perchè avevo ferito un ragazzo che per me, contava davvero tanto. Era forse l'amico più vero e speciale che avessi mai avuto. Un coglione cronico, esattamente come il sottoscritto. Una persona che però, esattamente come il sottoscritto, era una persona vera. 
Poco prima che l'ascensore si spalancò, pensai: Non è così che finirà la grande vita che Dio mi ha assegnato.
Sorprendentemente, chiarimmo.
Non so come, ma chiarimmo senza spargimenti di sangue. La discussione durò tutta la notte perchè in quella discussione non c'era solo la mia colpa, ma c'era la colpa di Ginevra, la colpa di Ale, la colpa dell'essere un cattivo fidanzato, la mia colpa dell'essere un pessimo amico, l'amicizia con Edoardo, i tradimenti di tutti noi, i nostri vecchi amici... la nostra infanzia. Nessuno picchiò nessuno e a parte qualche strillo e spintone, fummo tutti sani e salvi. Solo che, ancora non potevo saperlo ai tempi, che qualcosa quella notte, si ruppe davvero dentro il mio amico.
Perse la fiducia nel trovare o provare a vedere del ' bello ' nel mondo che lo circondava. Si era rassegnato… ed aveva solo 18 anni. Non sarebbe più tornato lo stesso. Quando lo vidi andarsene a casa e girarsi di spalle, per quanto assurdo vi possa sembrare, io percepii qualcosa di brutto e spiacevole. Come un'ombra destinata ad allargarsi nel corso degli anni a venire. Però, non ci diedi peso. Pensavo fosse suggestione. Avevo chiarito con lui e in qualche modo, avrei ricostruito i rapporti andati ormai rotti. Ero davvero uno stupido.
Se solo avessi capito prima…
Non ci parlammo per un mese, fino al giorno in cui mi chiamò per chiedermi se mi andava di fumarmi una canna con lui, dato che era nella mia zona e si stava annoiando.
Lui non fumava le canne, ma anche stavolta, non ci feci caso.
Ero proprio uno stupido.
Se gli uomini potessero vedere il proprio futuro, non piangerebbero mai. Nè per rimpianti, nè per rimorsi.

- Fine parte 5 -

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E' sempre una donna a farci sanguinare.

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Mercoledì, 08 Maggio 2024
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