Trasalgo da idea ad azione. Da pensiero a realtà. Cos'è più difficile di vivere la propria identità? Il timore del uomo vero, di non essere sincero, con chi? Con se stesso. Perciò danzo, per creare il moto di profusione nel quale possa permettere al mio inconscio di esperire ciò che più puramente considerò verità. Alcune azioni sono qualitativamente più elevate di altre per essere, tutto ciò che non ha utilità societaria rende reali, qualcuno direbbe liberi. Danzare, scopare, amare, costruire senza scopo consumistico, scolpire viaggiare e molto altro, molto di ciò che non facciamo. L'uomo utilitarista è una formica per misura, ma la formica non si chiede perché trasporta il grano da un punto al nido. Ciò che io chiedo è: il qual misura il mio agire mi porta a vita vera per felicità, liberazione somatica e prosperità creativa? E in qual misura per ottenere ciò mi sottometto al viver da formica?