Oggi leveremo dal capo il macigno che comprime il nostro spirito
Vivendo insieme troveremo altri petali profumati per l'unto brivido
Estirperemo i fiori del male e li scaglieremo nella tempesta
Giù da altissimi dirupi, avvolgendo di nuovi e curativi fasci la testa
Vedremo il terriccio polveroso turbinare in un collasso
Le antiche dimore della Triste Monarca cadranno lungo il nostro passo
Accolgo i buoni auspici che ho ricevuto nel mio cammino
Lungo fluorescenti lampade e insegne al neon, ho versato il sangue nel vino
Tra volute di lattiginoso fumo e soffusi bagliori, ho scorto incroci di strade di confino
Parole scorrevano copiose in torrenti sospesi in aria che sgorgavano da sorgenti di dolore
Oscuri malanimi pulsavano di esile vita avara, pretendevano dazi ma non l'onore
E l'ombroso bosco di selvi irte e velenose
Richiamava con gli echi suadenti delle melancolie contagiose
Mentre la pelle d'ambra essiccava sotto soli rossi.
Ma una rondine estinta all'orizzonte sorgeva
E in sogno vidi paradisi celati dietro cancelli dorati e campi d'avena
Una metafora mi mostrò il nuovo futuro che ancor potevo partorire
E allora, dopo le fiamme vulcaniche e la risalita dagli abissi
Oltre coltri più nere del nero, così giunsi e sfasciai gli infissi
Della Nera Porta del kaos, e fu infine che vidi
In un pallido cielo di settembre, che la rondine sognata esisteva,
e che la via perduta di fianco a me giaceva...