Strafatti, ci perdevamo come fantasmi inconsistenti nelle immagini riflesse del televisore...
Passarono così tre anni, o quattro, non saprei neanche contarli, perchè il mondo correva dietro noi mentre appiccicati come larve bavose, ogni notte, ripercorrevamo lo stesso percorso.
Potete crederci? Quattro anni passati sugli stessi posti a sedere, nessuno si spostava mai dal proprio cuscino sul divano.
I programmi passati, erano gli stessi.
Alla prima canna, era il turno di un documentario.
Seconda-terza, zapping su Mtv, Sky Uno, Cielo.
Fame chimica.
Nelle serate più originali, cucinavano una spaghettata aglio, olio e peperoncino.
Ci si risiede come marionette.
On demand - Programmi trash - Risate - discorsi - Perdersi in trip insensati, come fissare un venditore di tappeti e trovarlo stranamente affascinante.
Forse ci perdevamo nei ghirigori di quei tappeti… Arrivava la quarta, la quinta canna. A volte la sesta e una settimana od un ottava presa da un altro Pusher.
' Degusta, Catalizza ' - Diceva sorridendo, coi denti gialli e gli occhi storti.
Io non ero meglio, io ero spaccato come un quadro deteriorato e molle... senza una spina dorsale, a strisciare sul velluto come ad affondarci.
Solo che, il giorno dopo, io, me ne pentivo, mi sentivo così ignobile, non riuscivo a specchiarmi o a guardarmi il corpo. Mischiavo l'alcool all'erba e capitava di frequente che in piena notte, dopo capogiri e deliri psicotici, mi venisse il voltastomaco.
E quando vomitavo, sentivo la stretta dell'intestino, mi chinavo e fuoriusciva quel liquido incolore… In quei momenti ero felice.
Ero felice di farmi così schifo, di auto espellermi dal mio stesso corpo.
Non capisco se il Wallas si facesse altrettanto disgusto.
Ma sono convinto, che iniziò ad odiarsi così tanto, dal non riuscire più neanche a convivere con sè stesso, in piena lucidità.
Dopo Ginevra, decadde. Io con lui.
Si accartocciò su sè stesso, come stagnola bruciata, nella droga e nell'idea malsana che aveva del mondo.
Iniziò a fare lavori sporchi, perchè erano gli unici che potesse fare ridotto in quelle condizioni.
E li fece bene, così bene, da poterci costruire sopra una strada, un futuro, o almeno, una porta di speranza.
Nemmeno io conosco così a fondo quel mondo che lo divorò.
So di storie, di racconti… Ho visto il suo sangue colargli dalla testa, le sue pupille dilatarsi ed il suo cuore battere all'impazzata.
Ormai, era diventato così diverso da me, che potevo essere al suo fianco solo come una donna che gli lava qualche ferita di troppo.
Era incosciente e affamato: più che i soldi, aveva la fame di chi vuole vedere il mondo bruciare sotto i suoi piedi ed essere lui, unico Re incontrastato a bruciarsi infine per ultimo.
Sadismo e masochismo lo perseguitarono tra dosi, pagamenti, vizi e debiti.
Il Carcere, la Legge, l'idea di poter finire ridotto ad un misero problema societario non lo impauriva.
Ormai aveva preso una scelta, lui era consapevole e maturo di ciò che aveva deciso per sè stesso.
Sapeva dei rischi che avrebbe corso, sapeva persino il male che si stava facendo e proprio per questa consapevolezza non vi era modo di fermarlo.
Se la tua mano trema quando tieni una pistola, allora è facile convincerti a non sparare il proiettile.
Ma una mano rigida, che conosce il peso dell'uccidere ed è pronta a farlo, è impossibile da placare.
E poi, come un circolo vizioso…
Come vi spiego questo mondo a voi estraneo ?
Dovreste guardarvi ' Carlitos Way ' .
Capireste che non importa più, arrivati ad un certo punto, se voi vogliate continuare o meno la vostra scelta.
Potete anche rompere il vostro telefono e cambiare abitazione e nome, ma i guai, verranno sempre a bussarvi.
Ti staranno tutti attaccati come a morderti il collo, drogati e mafiosi, mendicanti e punitori.
Non c'è una correttezza o un principio da seguire che garantisca una stabilità.
Il suo mondo era così instabile da doverlo far uscire nel cuore della notte con un arma e la paura di essere ucciso.
E io, come potevo intromettermi?
Polizia ?
Confessare tutto, avrebbe significato solo ulteriori problemi e ritorsioni.
Mangiavano nel suo piatto - Loro, quei ciccioni pelosi che avevano sicuramente premuto più di qualche grilletto. -
Erano andati gli uni nelle case degli altri. E mascherati da una finta eccessiva cortesia, una galanteria perduta, tutti sapevano, come diceva il mio amico : " Fanno solo i loro interessi. Se io sbaglio, mi uccideranno. Non mi vogliono bene, vogliono bene ai soldi che produco per loro. "
E scordatevi la villa californiana, il mojito, le palme e l'oro di Pablo Escobar !
Non hai tempo per tenerti stretti i guadagni, poichè qualche sgarro rimasto indietro dovrai pagarlo a tue spese.
Sei sempre indebitato e nemmeno te ne rendi conto.
Ricordo la famosa ballata di Spagna.
Tutti aspettavano un grosso carico spagnolo che, stando alle voci nauseanti di quelli dall'altra parte del confine, avrebbe consentito guadagni enormi a chiunque.
Arrivò un assaggio. Era roba prelibata, non ne trovavi così in tutta Milano.
L'affare girò di voce in voce, chili su chili significavano spacciatori e micro spacciatori a creare fondi comuni per comprare o sostentarsi.
Non se ne scelse uno solo a prenderne in mano tutta quella roba.
Il carico venne diviso tra una ventina di persone, alcune di queste, rivali di zona.
Il mio amico non ne fece direttamente parte, ma un suo superiore ne aveva le mani dentro fino all'osso.
Il carico sparì, ma i soldi, furono sborsati da tutti i venti.
Ancora ad oggi, nessuno capisce cosa sia realmente successo.
L'ipotesi ' polizia ' resse poco.
Qualcuno aveva fottuto tutti gli altri, forse, aveva addirittura ucciso i diretti fornitori e si era pappato tutta la torta.
Ci fu una piccola guerra, in cui io, vedevo cellulari suonare freneticamente e strilli e grida e volti sconosciuti passare sotto case di amici alle ore più impensabili.
Wallas era un bravo ragazzo. Ingenuo, stupido, ma diamine se era una brava persona.
Non poteva reggere quella pressione, aveva paura per sè stesso e per ciò che più gli stava caro, quella che noi chiamiamo ' famiglia. '
Ancora ricordo, il suo volto sincero e pulito, baciare un bambino piccolo.
Lui, sotto la scorza rovinata da tutto ciò che la vita gli aveva impartito, aveva un cuore capace di amare gli esseri più puri, le persone più deboli ed indifese.
E si commuoveva davanti ad un bambino.
" A mio figlio, darò la vita che non ho mai avuto " Confessava Wallas sospirando tra il fumo dissolto nell'aria stantia….
Ha provato, a volte, a coinvolgermi nei suoi affari. E, a malincuore, ammetto che non fosse solo per bisogno di ' aiuto ' .
Voleva fruttare più soldi. E voleva utilizzare il mio genio per farlo.
Ma non mi sono mai sporcato nel suo insano stagno nero e appiccicoso.
Eppure a ripensarci ora, mi sarebbe piaciuto farlo.
Se avessi fatto la sua stessa fine, l'avrei capito e amato fino all'ultimo dei nostri giorni.
Una storia di due ragazzi sfortunati, che anche in punto di morte, guardati come pazzi dagli altri, si scambiano un sorriso d'intesa...
Ma non è andata così. Non potevo farmi fagocitare, buttare aspirazioni e sogni per inseguire la via di Scarface che era fin troppo, assurda e grottesca.
Se conoscessi Dio gli chiederei se il percorso del Wallas fosse una colpa o una grande sfortuna.
Dio potrebbe rispondermi che ognuno è responsabile delle proprie scelte.
Ma io ribatterei così: E tu, come permetti ad un ragazzo così fragile, di avere una vita così triste ?
Allora Dio potrebbe arrabbiarsi: E chi ti dice che la sua sfortuna non sia derivata da tutti i suoi errori ?
Forse vincerebbe Dio, ma allora gli vorrei fare una domanda che ho in gola da quando sono nato: Perchè tuttavia, persone disgustose, irrispettose perfino nei tuoi confronti, hanno la vita che noi poveri innocenti rincorriamo inutilmente? Perchè hanno tutto quel denaro, quella fama, quella stima, quel potere… Perchè glielo consenti e non consenti ad un onesto ragazzo di vent'anni, come il mio amico Wallas, di grattare un biglietto fortunato e vincere due milioni di euro con cui sistemarsi per il resto della sua vita ?
Perchè concedi il troppo ai porci e il nulla agli angeli ?
Non so come Dio potrebbe rispondermi.
Mi spiace, ma non lo so proprio.
E le Donne chiederete? E le Donne del Wallas ? Dopo Ginevra non ebbe più nessuna ? Ce ne furono eccome ed una in particolare caratterizzò i restanti mesi di vita del mio amico.
Si chiamava Francesca e fu l'ultima spinta prima di franare dal precipizio.
Ma prima del ricovero, prima di Francesca, dobbiamo guardare dal nostro specchio un'ultima storia:
Il giorno in cui il Wallas, vide la morte in faccia e la vide puntata, a pochi centimetri dal suo naso.
- Fine Parte 7 -