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"It doesn't matter what you do, as soon as you do it with Passion.."

La Straordinaria Storia Di Sir.Artur.Wallas - Parte 8 -

A volte mi chiedo quando l'avessi perso di vista, il Wallas.

Certo erano venute a mancare tante serate assieme, ma passare dall'incontrarsi ogni sera di ogni giorno settimanale, all'incontrarsi a giorni alterni, non mi sembrava una così grande distanza....

Concretamente parlando, un giorno su due, stavo con lui. Io e gli altri s'intende, ma c'era sempre tempo per le nostre chiacchierate intime, per confidarsi, sfogarsi... Anche noi uomini abbiamo bisogno di farlo, una persona che non si sfoga non fa altro che contenere al suo interno emozioni e frustrazioni che alla lunga, potrebbero diventare vere e proprio malattie mentali... Ti destabilizzi se non hai nessuno a cui affidare sulle spalle qualcosa che ti pesa addosso.

E a me, in tutta onestà, pareva che il Wallas mi raccontasse tutto, forse ero io a trattarlo con sufficienza...

Era difficile persino capirlo.

I discorsi che tirava fuori, ciò che lo tormentava, a me sembravano solo tanti vaneggi e assurdità sconnesse...

Era difficile capire un ragazzo così perso nella 'realtà' che si era costruito attorno... Il modo migliore per provare almeno a dare un filo logico ai suoi vaneggi, era immaginare di vedere un film al cinema e collegarne la trama scena dopo scena.

Ma vedendolo a giorni alterni, nonostante per me fosse già eccessivo quel tempo passato assieme, mi perdevo i fotogrammi dei capitoli del giorno prima.

E lui non aveva tempo per spiegarmi i pezzi mancanti di quel puzzle così confuso.

La droga che ormai lo abbracciava e gli solleticava i nervi, le delusioni sentimentali o meno, che si andavano ad ammassare come sul tappeto di un fallito, furono causa e effetto dei fotogrammi persi, dei pezzi mancanti…

Se immaginiamo una persona che ogni giorno della sua vita ne passa di cotte e di crude, quella persona tenderà ad abituarsi al lasciar ' scorrere ' le cose, si sarà abituato a guardarle nascere e morire con un innaturale distacco di chi non fa altro che ripetersi ' Tanto domani, siamo punto e a capo. Perchè perdere tempo a pensarci troppo... Mi basta solo chiudere gli occhi e dimenticare. '

E così, in un circolo malsano di autocommiserazione, finì per non dar peso neanche ai doveri primari di una persona: perdeva ogni responsabilità, ogni promessa fatta veniva rimandata, ogni giorno sarebbe stato vissuto con non-curanza in attesa semplicemente di quello dopo e quello dopo ancora. Se prendeva un impegno e l'impegno risultava spiacevole o dispendioso, Wallas lo rimandava all'infinito, a costi di subirne le dirette conseguenze, ma anche quelle, le avrebbe scappate rimandandole ad altri giorni.

La sua apatia, se così si può chiamare, finì ovviamente per allargarsi come una macchia di inchiostro in uno stagno e a contagiare, con ineluttabile volontà, ogni pesce, arbusto,uccello che ne sorseggiava l'acqua.

Persino la testa incominciava a ciondolargli dalle spalle, come un sacco vuoto, o una parte morta e anestetizzata del suo busto.

- OOOOOOHHHH stasera -

Questi erano i messaggi che iniziavano ad arrivarmi da parte sua. All'inizio pensavo fosse maleducazione, poi, mi resi conto, che con nessuno, neanche con le Donne che gli piacevano , aveva un atteggiamento differente. Era come se il comporre un periodo completo, una frase lunga e piena di formalità, gli fosse diventato un impedimento. Era arrivato a togliere il ' Ciao ' per sostituirlo con ' Oi. ' e quando gli chiedevano di chiamarlo, lui chiedeva di essere chiamato.

Non salvava i numeri in rubrica, non aggiungeva nuove foto al suo profilo Facebook, copiava e incollava da altre chat gli stessi approcci prestampati.

Un giorno ricordo, dopo essersi a lungo lamentato della sua solitudine, decise di provare a rimediarsi un appuntamento con una ragazza.

E diamine, voleva fosse una ragazza che in qualche modo, gli avrebbe dato davvero qualcosa di importante da portarsi appresso. Alla fine le persone si dividono in due grandi categorie: Quelle insostituibili e quelle indimenticabili. Dato che le insostituibili lo sono solo per insana convinzione, rimanevano importanti solo quelle indimenticabili, esattamente il tipo che cercava il Wallas.

Eppure, il Wallas, non fece altro che buttare una rete da pesca basata su puri canoni estetici e raccattare con fare indisponente chiunque abboccasse. Quando iniziavano a parlare della loro vita, lui, le fermava.

- Non m'interessa. Ci vediamo o no ? -

Ecco com'era diventato il mio amico. E più questi suoi atteggiamenti si insidiavano nel suo ' essere ' , più persone lo allontanavano e ne perdevano ogni attrattività, più lui ricalcava la dose per sfogare in qualche modo il suo odio incessante nei confronti del mondo e delle sue delusioni.

Era strano come non riuscisse a capire che fosse proprio lui, la causa di tutti quei rifiuti...

Forse, gli veniva scomodo ammetterlo. Così come non riusciva ad ammettere di essere indebitato con più di qualche topo da marciapiede. Le donne, potevano mancargli, ma i soldi no. Ai soldi lui teneva: aveva bruciato una vita per raggiungerli e finalmente regalarsi il suo ' Sogno americano ', aveva messo in gioco la sua salute fisica e mentale pur di sguazzare in piscine e città lontane. Ma in questo strano e inutile gioco da gran sognatore, si era scordato che neanche nelle ' vite facili ', la strada è tutta in discesa...

Si era dimenticato della salita. Che nella fisica, non può esistere una pendenza se non derivata da un'altezza. E quando girano tanti soldi tra tante mani sporche, quando sei ancora uno strozzino che corre di quà e in là per raccimolare spiccioli per un pacchetto di sigarette, allora stai certo che la prima cosa che dovrai fare sarà un investimento dei tuoi guadagni. E' come voler aprire un concessionario di auto in cui, per forza di cose, si investono i guadagni sull'acquisto di nuove macchine da vendere.

Non conosco i rapporti guadagno-investimento-guadagno proprio, ma temo che neanche lui li conoscesse. Eppure in Matematica era bravo, una strana bravura insita nel popolo egiziano forse, di cui lui faceva parte. Non aveva certo studiato, ma i conti, li sapeva fare alla perfezione. Percentuali e conti, tutto ciò che serve ad un piccolo imprenditore.

Commetteva però un gran difetto di calcolo.

Non so come si chiami in Matematica, ma credo che nel linguaggio comune, si può spiegare come quel venditore di macchine che acquista e spende i soldi ancora prima di averli guadagnati.

I conti sono impeccabili, ma non ha considerato un piccolo fattore ' X ' , che poi è ciò che regge la vita stessa e la sua imprevedibilità; e non considerando l'incognita, finisce col dare per scontato che tutto filerà liscio nella sua equazione, fallendo miseramente e trovandosi col culo per terra.

E così, il mio amico, portava scarpe nuove scintillanti e gemelli sulle giacche che valevano uno stipendio. La classe, non gli mancava di certo, ma un bel vestito è destinato ad essere buttato quando viene macchiato di sangue...

Il sangue di chi lo cercava, il sangue di chi stava aspettando i suoi rispettivi introiti dati dall'investimento fatto insieme al Wallas, soldi che poi, erano finiti proprio in quei gemelli e non nel portafoglio della persona giusta.

Non penso fosse così scemo da non rendersene conto. Anzi sono convinto lui sapesse quanti debiti si stava creando attorno, ma non ci fu un solo giorno in cui lui smise di spendere... Per quanto assurdo vi possa sembrare, più crescevano i suoi debiti , più lui sperperava in lussi degni di essere notati.

Perchè si comportava in quella maniera così idiota? I guai, lo trovavano e lo perseguitavano fino a casa. I momenti che passava erano terribili. L'ansia dei soldi che doveva in giro a più persone era costante e opprimente. A volte non ci respirava. E i debiti si accumulavano alla velocità frenetica con cui si allontanavano i suoi grandi prospetti, i suoi grandi ' sogni sciocchi ' .

Niente palme e villa a malibù comprata coi frutti dei suoi ' lavoretti ' . Niente ' Tony Montana ' e niente vacanza con sigaro cubano tra le labbra.

Eppure... Continuava a spendere ogni centesimo di qualsiasi guadagno ottenuto. E i debiti, gli strozzini, aumentavano come insetti nascosti nell'erba.

Non riuscivo a capirne il perchè. Proprio mi sfuggiva, qualcosa non roteava nel mio cervello. Non riuscivo a collegare quei pezzi del puzzle....

Fu quando Mario gli puntò il ferro sul naso, quando con gli occhi iniettati di cocaina lo fissò, quando gli urlò in faccia con l'alito nauseante, tremante e colmo di sudore ' Dammi i soldi bastardo o ti AMMAZZO ' - Fu lì che iniziai a capire.

Il debito con Mario era grosso; migliaia di euro che pendevano, non solo tra lui, ma tra Mario e il suo superiore. Il debito del Wallas era diventato il debito di Mario e quest'ultimo, stava per morirci ammazzato nella sua stessa dimora, in pantofole e pigiama.

Come nel Big Lebowski, dei signori si presentarono alla sua porta e lo picchiarono per spaventarlo e intimarlo a ridare al più presto i soldi prestati.

Di riflesso, Mario fece la stessa cosa col Wallas, per l'opprimente e incessante paura di finirci stecchito. Penso sia comprensibile: nessuno vorrebbe cacciarsi in guai seri per le colpe di un ' socio '.

La paura fa fare grandi cose agli uomini, gli da una forza che non hanno. Ed una stupida irresponsabilità. Quella che riesce a farti sparare ad un cristiano senza pensare alle dovute conseguenze, ecco questo è il potere della paura: il toglierti ogni freno inibitorio, ancora più dell'alcool e delle droghe.

Non avevo mai visto nel riflesso sul viso del mio amico, quella cosa che vedono le persone prima di morire... La vita al contrario, come chi ormai è consapevole di star per morire e rivede tutto il suo passato, in una cinepresa proiettata in una sala con un solo posto a sedere.

Tra una goccia di sudore e delle lacrime incolori, Wallas, subì uno Shock.

Il proiettile non partì e grazie all'intromissione di tutti i presenti, l'accordo per la resa dei prestiti fu stipulato da entrambe le parti.

Ma Wallas, non si muoveva. Il suo viso, era come un blocco di marmo privato di ogni striatura...

La notizia, si sparse il giorno dopo in tutto il quartiere. Wallas fu come ' intervistato ' da un fiume di curiosi e presunti amici che volevano solamente farsi i suoi affari.

Qualche giorno dopo, Mario venne arrestato e lo stesso giorno, Wallas comprò un nuovo vestito, un abito tra i più costosi mai posseduti; e non se lo poteva certo permettere.

Lo sfoggiò con orgoglio raccontando a tutti della sua vittoria, del fatto che ora non doveva più niente a nessuno, che la giustizia aveva trionfato ed altre stronzate come a voler sentirsi grande dopo essersi visto così piccolo e fragile.

Fu quella sera, la sera dei suoi festeggiamenti da lui inaugurati, che la rotella dentro la mia testa si mosse e mi diede l'ultima soluzione del rompicapo:

A Wallas non interessava morire, per quel che lo riguardava lui era già morto da quando entrò in quell'ambiente sporco e immorale: Gli bastava solo vivere gli ultimi giorni della sua esistenza permettendosi più lussi che poteva, senza dover rendere conto a nessuno delle sue azioni, sfruttando persino i soldi degli altri e se gli altri per questo motivo si sarebbero vendicati, lui avrebbe riso dicendosi che in fondo non aspettava altro.

Ora sì, che potevo chiaramente vedere ciondolare la sagoma del mio amico da un albero di pesco, il cappio l'aveva fatto con la cravatta di Armani e le sue mani erano sporche di terra e capelli.

Mancava ormai l'ultimo tuffo, il salto finale nel vuoto, l'ultima donna che l'avrebbe ulteriormente destabilizzato e portato alla follia...al delirio psicotico.

In quelle condizioni, innamorarsi di una cocainomane incallita, che vendeva come uno straccio il suo corpo pur di comprare altro veleno a piccole dosi, sarebbe stato fatale. Sarebbe stato l'ultimo spillo sul nervo scoperto. L'ultimo tuffo nel marcio che tanto lo aveva sporcato sotto la camicia, tra le ascelle sudate e le mani tremanti.

In quei giorni, sognavo spesso Wallas e lo sognavo come ricordavo fosse tanti anni prima. Ricordavo le più piccole stronzate e i momenti più buffi e innocenti di due poveri scemi che si danno da fare per prendere la vita sul ridere. Due persone che si siedono su un muretto e si abbracciano tra le risate più grasse e indecorose. Poi, la sua sagoma spariva ogni volta che calava la sera, come portata via da una fitta foschia....

Mancava un ultimo capitolo al mio libro.

Wallas, conobbe Anna.

- Fine parte 8 - 

Dai un voto:
You met me.. In a very strange time of my Life.
C.

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Giovedì, 21 Novembre 2024
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