inpassione.it

"It doesn't matter what you do, as soon as you do it with Passion.."

IL ROSSO DELLE CARSON

Sono stato al cimitero ogni tanto. Non per trovare i miei parenti, non mi è mai neanche passato per la testa, dato che neppure noterebbero la mia presenza.

Ci sono andato per altri motivi che non ha senso elencare.

Riflettendo; quanti vanno al cimitero per trovare i propri parenti?

La risposta è: pochi, e dipende dal periodo. Durante l'anno nessuno si reca dinanzi alla lapide del proprio caro perchè a nessuno affiora neppure il ricordo del parente morto. Esiste però un periodo nel quale i cimiteri sono cosi affollati da fare invidia ad un locale a luci rosse che regala a tutti i clienti un'ora di ''massaggio romantico'' . Questo, è il giorno dei morti. Una festività alla quale, per quanto mi ci sia sforzato, non son riuscito ad attribuire un significato. Tutti i gatti randagi amano quei due giorni perchè ci sono una moltitudine di vecchie sconsolate che convergono in massa verso l'entrata di quel cancello, il che può significare solo una cosa: cibo e carezze. Un lusso che dura poco però. Io mi diverto quasi come quei gatti in quel periodo. Vedo queste persone che fanno arricchire i fiorai che lavorano soltanto in quei due giorni dell'anno. Vedo anziani e cristiani perbenisti che corrono nelle case dei morti con il loro mazzo di Scarlett Carson da 50 euro per mostrare agli altri colleghi visitatori del parco l'affetto provato nei confronti dei parenti addormentati, affetto proporzionale alla grandezza del mazzo di fiori.

(Perchè mi immagino le Scarlett Carson? Non lo so, le rose non sono fiori da cimitero penserete, eppure sono i fiori che mi viene spontaneo immaginare.)

E' divertente anche ascoltare i loro discorsi. Non si domandano di chi sia il nome inciso sulla lapide posta difronte alle loro lucide scarpe nere, pulite appositamente per risplendere e riflettere la rossa luce dei cerini. Si chiedono che fiori portano in braccio e quanto abbiano speso, sperando che dalle labbra di chi risponde fuoriesca una cifra inferiore a quella spesa da loro stessi, in modo da poter ribattere riferendo prontamente e con tono soddisfatto il prezzo allucinante che il fioraio di turno ha inserito a penna sul cartellino, prendendosi gioco dell'ingenuità dell'acquirente. Oltre ai partecipanti alla gara del prezzo maggiore, esiste un'altra categoria di persone: coloro che credono veramente nella vita oltre la morte e sperano di poter comunicare con la persona che giace sotto la terra che sporca le loro ginocchia.

Teoricamente meno esilaranti dei primi; io li adoro. Vedere gente che si reca in un cimitero a parlare con un pezzo di marmo con una foto attaccata davanti. Vederli mentre imbrattano di saliva il volto ritratto nella foto con i loro baci pieni di tristezza, desolazione e rimorso.

Emanano un senso di disperazione così forte che quasi è in grado di prendere forma materiale. Attorno a loro aleggia una nube di dolore affievolita dalla credenza che i loro amichetti dormienti li stiano ascoltando seduti su una nuvoletta vicino ad un vecchio signore con barba lunga e capelli bianchi. (Ovviamente tutti loro son convinti dell'esistenza del paradiso e dell'inferno ma nessuno osa immaginare che un loro parente possa patire fra le fiamme dell'inferno. Tutti immaginano i propri defunti varcare il dorato cancello del paradiso). Ipocriti. Spero soltanto che quando morirò e sarò sepolto potrò essere attraversato da un soffio vitale nel momento in cui uno dei miei amici o parenti perbenisti venga a parlarmi e a sporcare la mia terra di lacrime. Vorrei che il mio cuore pompasse sangue coagulato con minima percentuale di ossigeno, quel tanto che basta per farmi sfondare la bara, e fuoriuscire da sotto terra per strappare gli occhi dalle orbite di quei lamentosi ed indottrinati personaggi, vedere il sangue che fuoriesce dai bulbi vuoti come la loro mente, mescolarsi al caldo rosso delle Carson appoggiate in terra.

Dai un voto:
Leggi tutto
Visualizzazioni: 2284
0 Comments

Carolina

puntami una pistola alla testa e dipingi le pareti con le mie cervella .


Dai un voto:
Leggi tutto
Visualizzazioni: 2080
0 Comments

Tramonto blues

​Il blues che suona dalle casse del vinile ,

le note struggenti che sembrano quasi materializzarsi ,

il puzzo di alcol sui vestiti ,

il tramonto triste che mi illumina fiocamente il volto ,

il rilassante rumore della sedia a dondolo che va avanti ed indietro .

Amo questa vita

Dai un voto:
Leggi tutto
Visualizzazioni: 1794
0 Comments

Follia della salvezza

Sarà un esperimento, un folle esperimento. Voglio distruggere ogni forma ogni regola ogni struttura per poter superare i vincoli della ragione. L'unica possibilità che ho per salvarmi è andare oltre gli schemi tradizionali, anche a costo di addentrarmi in un ambiente inesplorato. Siamo io e te, l'uno di fronte all'altro, io che guardo te mostrare me, sí tu sei la mia immagine, tu sei mia, larappresentazione di ciò che sono dentro; e io ti guardo ti ammiro, mi compiaccio nel vedermi cosí sontuoso. Vedo un leone, si erge sopra una rupe, domina con lo sguardo la savana indeterminata. Sembra orgoglioso di sè, della sua potenza, della sua maestosità: vede tigri rincorrere gazzelle, elefanti muoversi numerosi in gruppo, giraffe rubarsi a vicenda la foglia piú alta dell'albero. Lui è fermo, statico, immobile, il vento gli scosta la criniera, sembra quasi una divinità che osserva dall'Olimpo le creature nel loro continuo affaccendarsi, silenziosa sembra perdersi in questa vista vaga. Forse stanco della veduta, forse della sua condizione, si allontana, si avvicina ad un baobab, chiude gli occhi e si immerge in un profondo riposo. Ritorno in me, mi accorgo di star fissando uno specchio, l'immagine riflessa è ritornata ad assomigliare alla mia controparte esteriore. Quel messaggio, quel leone, che cosa mi avrà voluto dire la mia coscienza? L'immagine iniziale riflessa era una proiezione del mio io, un dipinto della mia condizione interiore, perché allora mi ha lasciato questa visione, cosa devo ancora conoscere di me stesso che mi è celato?

Il mondo esteriore non è che una proiezione del nostro mondo

Dai un voto:
Leggi tutto
Visualizzazioni: 1810
0 Comments

Il tempo che ho perso

Il tempo che ho perso

​​Stavo pensando alle mie paure dentro le tue foto,


Al mio ego divincolarsi fra le pieghe della tua anima,


Mentre lentamente la musica si alza ed impone con fare autoritario la sua melodia struggente, sfondandomi i timpani e la mente di mesti ricordi.


Mi sono rivisto dentro, 


Nei tuoi occhi, 


Ho assaporato a fondo la solitudine e il gusto amaro di ogni lacrima mentre osservavo il tuo sorriso.


I miei brividi e il tuo menefreghismo. 


Il mio amore e la tua indifferenza.


Ti ho sognata mentre ballavi e non ricordavi chi fossi. Ti ho sognata ignorarmi e ti ho sognata dannatamente felice.


Ho sognato di noi.


Poi ho ripensato al nostro amore maledetto dal passato, al nostro amore sporco senza futuro e pieno di rimpianti.


Vedi? Hai vinto tu, non faccio altro che pensare al nostro tempo,


Al tempo che ho perso,

 

Dentro di te.

Dai un voto:
Leggi tutto
Visualizzazioni: 1981
0 Comments