inpassione.it

"It doesn't matter what you do, as soon as you do it with Passion.."

About Photography

​Ciò che ha reso tanto speciale la fotografia è la possibilità di immortalare un istante, la fotografia è una sintesi dell'infinito. La possibilità del rievocare un singolo istante infinitesimale senza affidarsi ai ricordi, ma avendo sotto gli occhi qualcosa di tangibile, testimonianza duratura di qualcosa di fugace. Ecco quello che è quasi un ossimoro: l'attimo reso eterno, la magia è racchiusa tutta in questo concetto. Per quanto la scultura, o la pittura, o altre forme d'arte possano fare apparentemente la stessa cosa, c'è una sottile verità di fondo che le allontana dal fascino della fotografia; difatti ognuna di queste espressioni artistiche è frutto di una costruzione personale filtrata dal talento, dalla tecnica, e soprattutto dalle verità che l'artista vuole manifestare. Ma la fotografia no, o almeno non del tutto; resta fedele alla realtà oggettiva, non c'è la firma dell'autore sopra, ma la firma stessa dell'essenza della realtà, l'unica protagonista è la verità. E ogni fotografia esprime una propria verità, e allo stesso tempo racconta un segreto. Abbiamo un frammento cristallizzato dell'essere, da contemplare, in esso risiede la verità. Ma la verità è anche nella mente di colui che guarda, che costruisce una storia ogni volta che vede una persona, o un paesaggio. I segreti sono invece le domande che ci poniamo nell'osservare la foto: cosa si cela dietro la foto, oltre la foto? La fotografia coniuga dunque nella sua natura in maniera brillante due realtà opposte e considerate a lungo inconciliabili, ovvero l'oggettività e la soggettività. Ci mostra come in realtà queste due prospettive collimino perfettamente e come non possano esistere l'una senza l'altra. Senza oggettività non esisterebbe soggettività, poiché il soggetto non avrebbe coscienza dei propri limiti fisici e del resto del mondo; senza soggettività, non ci sarebbe oggettività osservabile, e dunque manifestabile. Ci pone inoltre in evidenza con straordinaria semplicità la dualità dell'essere in quanto osservatore (soggetto) e allo stesso tempo osservato (oggetto della foto). Ogni fotografo è infatti a sua volta un potenziale oggetto nella foto di qualcun altro, e così via. In quest'ottica potremmo dunque concepire l'intera multiversalità del cosmo come un unico essere, di un'unica sostanza, con infinite forme, ma in cui tutto è osservabile, e allo stesso tempo osservatore. E se anche un granello di sabbia, un cielo limpido, o l'enormità dell'oceano, quando li osserviamo, osservassero noi?

Dai un voto:
Leggi tutto
Visualizzazioni: 2234
0 Comments

Attraverso l'inferno, raggiungerai il paradiso

Oggi leveremo dal capo il macigno che comprime il nostro spirito

Vivendo insieme troveremo altri petali profumati per l'unto brivido

Estirperemo i fiori del male e li scaglieremo nella tempesta

Giù da altissimi dirupi, avvolgendo di nuovi e curativi fasci la testa

Vedremo il terriccio polveroso turbinare in un collasso

Le antiche dimore della Triste Monarca cadranno lungo il nostro passo

Accolgo i buoni auspici che ho ricevuto nel mio cammino

Lungo fluorescenti lampade e insegne al neon, ho versato il sangue nel vino

Tra volute di lattiginoso fumo e soffusi bagliori, ho scorto incroci di strade di confino

Parole scorrevano copiose in torrenti sospesi in aria che sgorgavano da sorgenti di dolore

Oscuri malanimi pulsavano di esile vita avara, pretendevano dazi ma non l'onore

E l'ombroso bosco di selvi irte e velenose

Richiamava con gli echi suadenti delle melancolie contagiose

Mentre la pelle d'ambra essiccava sotto soli rossi.

Ma una rondine estinta all'orizzonte sorgeva

E in sogno vidi paradisi celati dietro cancelli dorati e campi d'avena

Una metafora mi mostrò il nuovo futuro che ancor potevo partorire

E allora, dopo le fiamme vulcaniche e la risalita dagli abissi

Oltre coltri più nere del nero, così giunsi e sfasciai gli infissi

Della Nera Porta del kaos, e fu infine che vidi

In un pallido cielo di settembre, che la rondine sognata esisteva,

e che la via perduta di fianco a me giaceva...



Dai un voto:
Leggi tutto
Visualizzazioni: 3110
0 Comments

Uragani (Ispirato ai racconti di Ned sulla sua vita)

Il ristorante era vuoto e silenzioso. Calde luci ambrate illuminavano ogni tavolo, ma solo ad uno di questi i loro riflessi potevano perdersi in sguardi umani altrettando caldi. In un angolo della saletta più riservata, due persone sedevano una di fronte all'altra, totalmente sole. La prima era una donna sulla trentina, seduta di spalle rispetto all'uscita della saletta. Aveva lunghi capelli biondi e mossi che ricadevano su un sensuale abito nero. Anche vista di spalle aveva un aspetto elegante, raffinato e colto. La seconda era un ragazzo notevolmente più giovane, con i capelli confusamente sparati in aria, i vestiti disordinati e stropicciati e lenti a contatto neutre, una azzurra e una nera. Non potevano apparire più diversi eppure una evidente scarica di energia correva tra i loro sguardi. Emanavano intelligenza, cultura, complicità, passione e soprattutto una profonda fiducia reciproca.

«Allora, vuoi parlarmi di questo uragano?» chiese la donna.

«Non così in fretta.» replicò il ragazzo. «Non ci vediamo da quattro anni e sono successe troppe cose in mezzo. Non capiresti al meglio la mia situazione.»

«Concordo.» rispose Sasha. Spostò lo sguardo alla sua sinistra e contrasse lo sguardo come per ricordare. «L'ultima cosa che ricordo è che eri alle prese con una relazione a distanza con G. Come è finita?» chiese con interesse.

«È finita esattamente come con S.» rispose Ned. «È stata la seconda volta di seguito che una mia relazione è finita male a causa della distanza.»

«Questa cosa mi incuriosisce molto. Com'è possibile che uno come te, che riusciva ad ottenere tutte le ragazze che voleva, sia andato per ben due volte a cercarsi una relazione a distanza?»

«È proprio questo il punto.» rispose lui. «Il mio lavoro, il mio aspetto e la mia intelligenza mi consentivano di fare colpo su tantissime persone, ma tra di loro non c'era quella che volevo veramente. Sai cosa ho capito in questi 4 anni? Ho capito che se non riesci ad ottenere la cosa che vuoi di più al mondo, sei un fallito. Un perdente. Puoi anche riuscire ad ottenere tutto ciò che un uomo vorrebbe: soldi, fama, successo, potere, ma se non ottieni quello che più vuoi al mondo sei comunque un perdente. Ora, io stavo ottenendo molte cose nella mia vita, ma sai quanto contavano? Niente. Niente, perché io volevo stare con G. Io la amavo, sul serio, e non desideravo altro che stare con lei. Allora mi dicevo: "me ne frego della distanza, me ne frego di tutto quanto, vado e mi prendo quello che voglio, perché se non lo facessi sarei un fallito". E così ho fatto.»

Sasha rifletté qualche istante.

«Un'idea interessante e per certi versi matura, ma pericolosa.» commentò.

«Molto pericolosa.» confermò Ned sorridendo. «Comunque con G. la situazione era diventata insostenibile come con S. Ci abbiamo dato un taglio senza sapere se avrebbe funzionato davvero.»

«Mi dispiace molto. Deve essere triste non sapere come sarebbe potuta finire.»

«È stata la parte più orribile.» ammise Ned. «È a quel punto che è cominciato il disastro. Ho cominciato a rifiutare l'idea stessa dell'amore e mi sono buttato sulle relazioni di sesso e basta. La cosa buffa è che non mi sono mai sentito così da schifo in vita mia.»

«È stato molto immaturo da parte tua.» disse Sasha con disinvoltura. «Quando avevo la tua età, ero convinta di una sola cosa. La vera caratteristica fondamentale di un sentimento è di essere indipendente. Indipendente dalle storie precedenti e da quelle future. Fare quello che hai fatto tu è... Semplicemente immaturo.» concluse.

«Ero un imbecille, non lo posso negare. Ero molto confuso, non capivo quello che volevo davvero.»

«E come ne sei uscito?»

«Con l'uragano. Anzi, il primo dei due uragani, ad essere precisi.»

«Adesso sono diventati due?» chiese Sasha sorpresa.

«No, quello di cui ti voglio parlare è uno solo, l'ultimo. Il primo è stato solo di passaggio.»

«Voi adolescenti di oggi siete tutti così incasinati?» chiese Sasha aggrottando le sopracciglia.

«Fino ai miei livelli non credo. Non spaventarti, sono un caso speciale.»

«Lo spero.» ammise lei. «Allora, chi ti ha fatto uscire dalla spirale di stupidità?»

Ned sorrise.

«Si chiamava C. L'ho conosciuta durante una vacanza con alcuni amici. Te la faccio breve perché non conta più ormai. Un giorno incontriamo un gruppo di ragazzi e ragazze con i quali facciamo amicizia, e tra di loro c'è una ragazza che non fa altro che insultarmi e sfottermi sin dal primo momento che mi vede, senza che io le avessi fatto niente. Una sera ci ritroviamo a dormire nella stessa stanza. Io sono rannicchiato nel mio letto come un gattino ferito, non oso nemmeno muovermi. E poi lei mi parla. Io le chiedo finalmente che cosa le ho fatto di male, e lei risponde: "Ned, non hai ancora capito? Ti tratto così perché mi piaci troppo."»

«Scusa?» lo interruppe Sasha confusa. «Mi sono persa qualcosa?»

«Non ti sei persa niente, e il bello deve ancora venire. Continuiamo a parlare, siamo anche un po' su di giri per la serata, e nel giro di pochi minuti finiamo a letto insieme. Non solo quel giorno, ci finiamo tutte le notti per due mesi interi.»

Sasha aprì bocca ma non le uscì nessuna parola.

«È così che è cominciata la relazione più sbagliata della mia vita, quella che mi ha definitivamente distrutto. Io e C. siamo finiti in un vortice di passione, confusione, dolore, sesso, paura, litigi, amore, rabbia, disperazione, euforia, vuoto, apatia, odio. Tutto insieme. In poco tempo ci siamo ridotti praticamente al collasso. E poi la sua famiglia ha traslocato e lei se ne è andata di punto in bianco. Non ci siamo più visti né sentiti. Neanche una volta. Tempo dopo lei mi ha scritto: "Non importa quante altre storie avrò, quante persone conoscerò, tu sarai sempre il mio uragano."»

Sasha rifletté qualche istante.

«Che tu fossi un autolesionista già lo sapevo, ma questo... Ed è qui che sei affondato ancora di più, giusto?»

«Esatto.» confermò Ned. «Mi ci sono voluti due anni interi per riprendermi.»

«E dopo che ti sei ripreso cosa è successo?»

«A quel punto avevo capito una cosa molto, molto importante. Avevo capito che la maggior parte delle persone vive con una convinzione sbagliata che distrugge milioni di coppie in tutto il mondo. Quasi tutti, per non dire proprio tutti, sono convinti del fatto che la persona che ami di più sia quella con cui staresti meglio e vivresti meglio. Cazzata disastrosa. La persona con cui vivresti meglio è la persona che ami, d'accordo, ma con la quale c'è più equilibrio. L'equilibrio è la chiave fondamentale di tutto. Due persone sono come due bicchieri pieni fino a metà che si versano acqua a vicenda. Se uno dei due bicchieri versa più acqua rispetto all'altro, prima o poi uno dei due sarà vuoto e l'altro troppo pieno. Con i sentimenti è lo stesso. Tra due persone non ce ne deve essere una che da troppo amore e ne riceve troppo poco. Oppure una che è troppo dolce e romantica e l'altra che non lo è per niente. Se è così la coppia è destinata ad esplodere, prima o poi. Dopo sei mesi, un anno o dieci, non importa quanto. È il concetto ad essere sbagliato. Il basarsi solo sull'amore per capire se una persona è quella giusta, ignorando l'equilibrio. È questo che manda in crisi la maggior parte delle coppie oggi. Non c'è equilibrio, come non ce n'era tra me e C, o tra me e S, o tra me e G. Ma ora basta. Ora che ho capito la cosa che la maggior parte della gente non capisce nemmeno in una vita intera, posso costruirmi una relazione felice.»

«Ora ti riconosco, Ned.» ammise Sasha sinceramente ammirata. «Questa è una riflessione matura degna del Ned che conoscevo. Questo sei davvero tu. E quindi hai cominciato a cercare una persona con cui fossi in equilibrio?»

«Esatto. Ho fatto nuove conoscenze, ho trovato nuove amiche, e sai una cosa? Ho scoperto che mi mancava tutto. Mi mancava prendermi cura di una persona, mi mancava dare la buonanotte a qualcuno a cui voglio bene, mi mancava scervellarmi per aiutare un'amica in crisi col ragazzo. Piano piano ho riscoperto tutte queste piccole cose che un uragano mi aveva portato via, e ho capito che quello che credevo fosse amore in realtà era solo follia. E ho scoperto cos'è davvero l'amore per me. Ora so cos'è e so come riconoscerlo. Ed è questa la cosa più importante.»

Sasha sorrise.

«Una storia affascinante. Quindi dopo aver capito che sei effettivamente in grado di amare, sei arrivato al secondo uragano, giusto?»

«Sì.» confermò Ned sorridendo.

«Quindi immagino che sia un uragano felice, questa volta.» dedusse Sasha. «Come si chiama?»

«Si chiama A. E sì, è un uragano felice.»

«È strano che tu lo definisca uragano, però.» rifletté. «Un uragano porta caos e distruzione.»

«Verissimo. Sai perché questo è un secondo uragano? Non perché sento un miscuglio confuso di euforia, felicità, desiderio e altre emozioni, ma perché ogni volta che la abbraccio sento nella mia testa una cosa che non avevo mai sentito prima.»

«E cioè?» chiese Sasha con profonda curiosità.

«Silenzio.» rispose Ned.



Dai un voto:
Leggi tutto
Visualizzazioni: 2064
0 Comments

Sad Army (la Pluie)

​E cos'hai fatto per la solitudine? In altre parole, terrai lontana la tristezza? Ho vissuto mille vite per sedarmi. Non sogno per piacere, il bisogno è irrepellente di trovare ciò che vedo dietro un vetro imponente. Sogno ad occhi aperti per scampare dal presente, non perchè faccia schifo ma perchè sono impotente. Ho passato così tanto tempo dentro quelle nuvole da non ricordarmi di esistere e quando mi trovo qua tremo, un brivido che mi percuote e mi ricorda del essere imperfetto, capace di conquistare l'universo ma chiuso dentro esso. Che balbetta nella paura e suda nella sua stessa clausura. Il desiderio dell'attenzione scalfito dall'abitudine della detenzione. Quindi ho deciso oggi scappo, niente mi avrà, poi mi sveglio ed apro gli occhi e mi accorgo della realtà.

In quell'espressione incomprensibile inconcepibile di passività, mi risveglio in quel sogno in cui tutto anche se solo per un attimo, un minuto, un ora, una notte o un giorno..... Tutto cambierà.

Dai un voto:
Leggi tutto
Visualizzazioni: 4479
0 Comments

I miei sogni sono in realtà i miei peggiori incubi

​Non sono un amante della solitudine, anzi se proprio devo dirla tutta amo stare al centro dell'attenzione. Adoro quando le persone intorno a me mi acclamano, lodandomi con frasi talmente ipocrite da risultare oramai anche monotone. Ma il problema è proprio questo: sebbene io sia alla disperata ricerca di attenzioni, non mi sento completamente soddisfatta. E la verità è che non lo sarò mai. Tendo a catturare tutta la luce che c'è nella stanza sulla mia persona, e lo so che è sbagliato. Molti mi definirebbero superficiale (come è già successo in passato), ma la verità è che mi preoccupo solo di ciò che cattura la mia attenzione. Son fatta così e non potete farci niente. Non è possibile che la massima aspirazione nella vita sia quella di raggiungere un livello di notorietà così alto da non poter uscire più di casa senza venire assaliti da persone che ti conoscono.

Però è proprio questo ciò che bramo; ma non sono solo l'unica. Assolutamente no. Perché, vedi, viviamo in una società che ti giudica in base a quanti followers hai su Instagram e quanti amici hai su Facebook. Ma finisci la sera, chiuso in casa, da solo, a guardarti allo specchio e domandarti: chi sono io? Che cosa sto facendo della mia vita? Queste domande me le sono poste innumerevoli volte, perché ho paura di stare a sprecare il mio tempo. Sono giovane, è vero, ho da poco compiuto diciannove anni, ma se già sento che ho sprecato così tanto la mia vita, allora sotto sotto qualcosa di vero c'è.

Eppure non mi pento di niente, il segreto sta lì. Ho fatto delle cazzate? Benissimo, vado avanti e proverò ad evitare di compierne ulteriori. Non amo piangere sul latte versato, sono più il tipo che si rimbocca le maniche per non sprecare altro tempo. Perché la verità è che il tempo vola. Vola e molto spesso neanche ce ne accorgiamo. Non posso fare a meno di domandarmi che cosa sarei diventata se fossi rimasta nella scuola dalla quale sono fuggita. Mi domando che cosa starei facendo ora se non avessi avuto la fortuna di trovare una scappatoia nella scrittura. Probabilmente starei leggendo o starei guardando qualche film di serie B sui licantropi con effetti speciali così scrausi da farmi accapponare la pelle e risvegliare quel mio lato da critico cinematografico.

Ecco cosa mi piacerebbe fare: la critica cinematografica. Trovo che criticare i lavori altrui sia il lavoro che possa fare al caso mio. Come dice sempre mia madre, sono l'eterna incontentabile. Di rado, infatti, trovo una pellicola che davvero mi piaccia; così come è raro che riesca a trovare un romanzo che mi sappia appassionare come una quindicenne un po' rinconglionita. Quindi probabilmente, almeno per ora, mi darò alla critica di prodotti audiovisivi. Tanto, riesco a trovare difetti in ogni cosa, perciò mi riuscirebbe anche abbastanza facilmente.

«Mamma, papà, voglio diventare una scrittrice!» Scrivere mi è sempre piaciuto, sin da bambina mi dilettavo ad inventare storie e questa cosa mi è rimasta ancora oggi. All'inizio scrivevo per me stessa, ma con il tempo ho imparato che alla gente piace quello che scrivo e quindi sto scrivendo principalmente per gli altri. Però non mi ci vedo a scrivere romanzi commissionati dalle case editrici. No. Sono più uno spirito libero. Scrivo ciò di cui ho voglia di scrivere, che sia un romanzo o una novella o una stupidissima filastrocca. Ma è mia, nessuno mi ha obbligata a scriverla.

«Sai, ora che ci penso, mi piacerebbe girare un film» Uno di quei fantasy che in Italia si sognerebbero. Un film dove c'è un Regno incantato da salvare e delle eroine con poteri di animali pronte a tutto pur di salvare il popolo oppresso dal Re malvagio. Una storia piena di intrighi di corte, primi amori che sbocciano, tradimenti, morti, location gotiche. Sarebbe la massima aspirazione. E così è nata la saga de Le Cronache di Lafyen. Il mio più grande sogno, quello di scrivere un romanzo, è diventato realtà. Solo che evidentemente non mi bastava. No. Perché accontentarsi di un romanzo se puoi farci una trasposizione cinematografica? Domanda interessante. E così mi ritrovo alla scuola che frequento tutt'ora. Perché spero di incappare in qualche produttore che sarebbe disposto a finanziare questa mia follia. Vorrei girare un film e giuro che ci riuscirò, un giorno. Spero solo che quel giorno arrivi molto presto.

Marts

Link storia:https://www.wattpad.com/161759013-le-cronache-di-lafyen-il-risveglio-delle-guardiane

Dai un voto:
Leggi tutto
Visualizzazioni: 1969
0 Comments