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"It doesn't matter what you do, as soon as you do it with Passion.."

Un passo oltre la linea permette di vedere un distacco di 20 anni come viaggio nell' ade

​Porto in alto l'opera dell' epoca del vissuto, la chiamano epoca d'oro ma io l'ho sempre vista come l'opera al nero, così è stata dentro me. Ho tanta speranza, più di quanto abbia avuto nei miei 20 anni precedenti messi insieme, dovrei tremare all idea di perdere ciò che ho ottenuto ma le conseguenze dell opera al nero sono inevitabili, ovviamente inaccettabili per ciò cariche della voglia di inlusione, di essere protetti dal velo di Maya. Porto in alto l'opera che in me è costrutto, a tratti la vedo come artificiosa essenza umana, a tratti come naturale forma divina, l'opera richiede d'esser alimentata dei nostri fuochi, ma nessuno sa qual'e il suo nutrimento. Il simbolo è mezzo e metà in uno, perciò il linguaggio dell'anima non è comprensibile a molti, nemmeno a me è comprensibile, so solo che l'esprimerlo permette di proseguire il percorso, gli ostacoli scompaiono, la luce rischiara la strada, il sole estivo che batte sul mondo donando vita ed energia si contrappone al grigio invernale, letargico che spegne e rallenta, io cerco il sole che mi inzuppa, sotto il quale mi sento il serpente che si crogiola beato, nutrendosi della natura del calore, indispensabile, io sono il serpente del eden e voglio ricostruire il giardino da cui sono stato cacciato.

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Quando il burattino sperò d'esser il bambino che sognava di diventare drago

​​Fuoco fatuo negli anni porta a sensazioni devastanti, sento nel mio corpo movimenti dannati, movimenti eccitanti, tutto quanto trema, tenta di librarsi d'energia, non riesco a trattenerlo dentro questo fuoco, è magia. Scegliere tra il tormento e l'apatia, non è semplice controllare il proprio sfogo d'energia. Nutrimento del mio corpo è serrato per evitare esplosioni, repressione del mio senso per calmare questi sfoghi. Divisione ambivalente tra razionalità ed emotività, spesso scelgo il sesso e la distruzione della mia fertilità, penso sempre di non reggere l'essenza che avanza e rimanda a l'inutilità che l'avere quest'energia e non sfruttarla porta nell' infidia. Non mi fido di me stesso e rimango vuoto qua, ho paura del mio vuoto ma mi svuoto ed intrattengo, perché la sorgente mi spaventa e mi porta a tanta pena, così il caos mi comanda e mi rende burattino, ma per quanto accattivante sia diventar bambino, il mio corpo vuoto dentro non ne vuole mai sapere, perche nutrirsi del dovere d'esser uomo responsabile risulta sempre meno accattivante d'esser Piter Pan nel traffico di sto mondo, fuoriuscito dal distopico presente, che rifiuta il mio broncio di sfiducia strafottente. Sono proprio il coglione che lamenta il vissuto, che sogna l'esecuzione del bambino sprovveduto, che fuggendo dal caotico si rimangia il dolore e ne elabora un nutrimento che lo rende superiore, nel mistero confabulante che nasconde il bambino, trovo archi d'interesse per tutto ciò che divino volge a favore di questo piccolo burattino, che non spera più il bambino, è troppo grande, è un casino, spera d'essere un drago nelle vesti di un uomo, che si nutre d'ogni essenza e non rifiuta, non è schizzinoso, e crescendo più potente responsabile e intraprendente, perde il legno dal suo corpo, il naso lungo, quello strafottente, e su ali di rispetto di valori, di tormenti, crea un nido di speranze, di realismi, di famiglia. Porta il caos dentro se, questo drago non più burattino, e ne cresce ordinato mistero col talento del bambino, riuscirà a fare ciò che sempre ha desiderato? O cadrà l'illusione che sul cammino ormai ha prestato, lo vedremo nel finale quando tutto sarà ricordato, quando caos e ordine avremo superato, quando il filo del destino verrà finalmente ispezionato , avremo un nuovo seme da dedicare non più al passato ma al oltraggioso, sfumato, articolatamente e deliziosamente dannato, sentimentalmente controverso e in/definizione presente (dono).

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Chi guarda nel passato dall'alto scorge la verità

​Breve attimo di sfuggita nella lunga via in salita, guardasti mai dentro te stesso per cercare il tuo successo? Attimi sfuggenti di paura, è questa forse la tua vera natura?, Chi del cammino ne fa un peccato e sulle spalle non porta la croce ma il macigno spinoso si pente costantemente, si sente indecoroso, sinché la sua anima si ribella, e mostra ciò che cela, lunghi attimi d'infinita vita dove i brevi attimi disperdono senso donando all opera il gusto del vissuto.

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Apostasi d'attimo razionale nella breve sconfitta

​Senza senso il fato pone nuove realtà, il mal di testa attanaglia l'espressione di somaticitá, porto sul trono l'epoca della ascesa come il sacrificio di Isacco porta in atto la propria resa, arrenditi fato perché da me non sfuggì, dobbiamo viverla la perdita è sempre stata d'obbligo per noi, e mentre mi nutro del somatico il ciclo di eterno divenire si tramuta nel raggio che pone luce sul mio cammino, il raggio di oscurità che evidenzia il cammino di luce, dove bene e male esistono l'uno per l'altro, l'uno nell' altro, e non giungo a soluzione perché è inesistente, e non scopro verità perché essa è inconcludente, ma cavalco l'onda del dubbio che passa negli anni del divenire scoprendo ciò che sono.

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Danza doppia illusione

​Danza la natura di chi come me è sprovveduto, sente in senza senso di cui il mio cuore ha paura, mentre guardo nello specchio le mie ossa un po' penose, io che tanto ho trascurato da non aver nemmeno fame, io che a ventunanni sembro un disgraziato dodicenne, che ho vissuto la fame di chi ha ma non si serve, perché l'agio sta nel cuore e chi è marcio non ne vuole. Scocca la mia freccia lei che è simbol di speranza, corre contro il vento perché tutti sanno essere illusoria, chiudono gli occhi perché sperare è bello, sinché giunge il fato e rimembra ciò che è vero. Ma corri illusione e massacra la realtà, fotti a sangue il vero è ricordagli chi comanda, niente è vero se non l'illusione che con forza distorce l'esistenza e ne crea la realtà.

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