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"It doesn't matter what you do, as soon as you do it with Passion.."

L'uovo del dominatore del mondo (l'epoca della debolezza)

​​Paura di essere debole, di perdere lei, paura di farti fottere di essere sottomesso. L'adrenalina che scorre togliendo ogni energia, sembra di svenire, la bava nel tremore del tuo corpo di chi vuole uccidere, violenza di chi è incapace per debolezza fisica, ma alle spalle ti ucciderebbe con la freddezza di un demone biblico, quindi con gusto, col sorriso del vincitore. La frustrazione del comprendere la propria debolezza, la paura che se ne accorgono, l'immagine del demone che proietti, un po' falsa, non è mai esistita, ma tanto l'hai alimentata da renderla un dato di fatto. Il Grigno di vuol fare del male, il saper di poter amazzare, la paura che qualcuno la prenda, che se ne approfitti, lei è l'unica tua debolezza esterna, il resto è tutto interno, tutto mascherabile, il verso di chi è assetato di sangue, goffo, basso, un latrato orsino, che viene dal profondo della gola e gratta, gratta con violenza e tira fuori il demone. L'insopportabile sensazione di impotenza, in parte reale in parte parassitaria, lo stimolo immaginativo di distruzione, dobbiamo lasciarlo uscire o lo teniamo dentro? La gabbia che ti limita, le paure che ti coprono, dobbiamo incorporarti nell' espressione o subirti passivamente? Da un lato la minaccia di perdita dall esterno, dall' altro la critica di frocio interna, mi sa proprio che dobbiamo tirarti fuori per bene, mostrarti al mondo ma soprattutto a te stesso e chi ti ama, e in ciò confermare la tua realtà, ricordare all interno che esisti e sei qui per proteggerci e proteggere chi ami, e all esterno che nessuno al mondo, nemmeno Dio può fare del male a chi ami. Io sono un demone nel corpo di un debole, non esiste predatore debole al mondo, perché persino il più debole può amazzarti, ma persino l'orso più grande e potente del mondo se si sentisse impotente scapperebbe di fronte ad una iena, quindi ora sanciamo il patto tra ombra e luce e integriamo i nostri opposti per proseguire il cammino, l'ombra proiettata ora sarà esternata e ogni essere di luce potrà vederla a vari metri di distanza dalla luce che l'emana, perché più grande è la luce più grande sarà l'ombra e più grande l'ombra è, più grande sarà la luce.

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Tremore d'assestamento di irrequietezza perpetua

​il fato, che è in te, puoi sentirlo muoversi quando di notte c'è silenzio, mentre pensi, perso in te, senti tutta la vita vibrare, ti senti come se fossi in mare, lei muove, muove tutte le tue direzioni, tutte le tue emozioni, in direzioni diverse, verso vite sempre perse. Ma impari, impari a conoscere l'assestamento a cantare nel concetto (che è un concerto) a ballare il passaggio a ingranare il cambiamento, a venire su di lei, a riempirla come mai, a godere del processo e sfotterti per il giusto verso, deridendo le motivazioni che movimentano i tuoi ormoni, come fossero sostanze allucinogene assumi emozioni pensando siano cancerogene, e rinchiudi tutto ciò che deviato ti tremo'.

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O Giuda....... ascoltami nel tuo cuore

​Apri le ali o piccolo Giuda...... Bevi dal calice, serviti pure. Sfondi di sangue ci misero in testa, come la muffa sul cibo malato, sempre guardammo con occhi schifati, come lo sporco sui corpi malati, tanto passammo o piccolo Giuda, tanto del tempo a farci penare, piccolo Giuda tu guardi qui in basso, piccolo Giuda puoi guardare in alto? Ti do il permesso, ora è concesso, vedere il senso del cibo putrefatto, provare amore per il corpo malato, nutrire consenso per il divino amore, piccolo Giuda per me è un onore, averti portato per mano sul percorso, è stato un onore venirti in soccorso, veder il tuo cuore disfatto dopo che ha corso, son fiero di te e del taglio sul tuo dorso. Piccolo Giuda ora versane ancora, di sangue in noi c'è ne assai ancora, versiamolo insieme, non siamo avidi, diamone da bere e nutriamocene noi stessi, o grande Giuda tu non mi hai tradito, credevo in te e ancora ci credo, sapevo l'azione non sei un colpevole, sei il Giuda che amo, quello che procede, e il frutto della tua mano non è un peccato, è azione di scelta che insieme abbiamo creato, quindi sciuga le lacrime che abbiamo da fare o grande Giuda continuiamo a lottare, insieme per mano ne abbiamo di strada quindi sciuga le lacrime e copri la bara, ricorda che dentro il tuo cuore c'è Io e rimarrò qua a lottare per sempre con te, per te, ne se ne ma, io Giuda, per te sono qua.

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Do, fa, so, la, si, do

​Toppa l'angelo posseduto, funge da palo per il ritmo sostenuto, che il cambiamento porta a strati alterni di verità sfumate in sensi opposti, dolce e salato a strati alterni compone le nostre vite con nostalgia da assaporare, come tutti i nostri ricordi, che rivissuti di anno in anno nella nostra mente portano a senzasioni e quindi interpretazioni diverse, di anno in anno meno forti, meno oppressive ma non per questo meno ricche di significato. E ogni momento unico compone la scala di ricordi, la melodia che sentiremo a tempo dovuto. E se anche adesso ti sembrasse stonata ti assicuro che nell' ultimo momento, con l'ultima nota aggiunta, a testo completo sentirai la melodia più bella della tua vita, l'inno al senso della mia vita, che racchiude il valore di ogni vittoria e sconfitta.

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O uomo depresso.......

​​Comunque sappi che l'uomo depresso non aveva affetto, lo sguardo cieco, il cuore infetto, l'uomo cieco non percorreva sentiero, smarrito a monte di pensieri dispersi, non era uomo vero né era sincero. Il grigio inoltrato lo infettava nelle carni, l'uomo depresso né era affranto, sembrava stanco, dormiva tanto, era come un ombra al tuo fianco. E del tempo inoltrato non se ne faceva nulla, l'uomo depresso era nulla e al nulla voleva tornare, non fatelo disperare, è un disperato, l'uomo depresso è conseguenza del caos generato, è colpa degli altri, di amici e parenti, l'uomo depresso non ha responsabilità non è uomo è solo un bambino, ancora poppante, un po' arlecchino, ma senza i colori non è neanche bambino. È un essere di insuccesso, negli occhi ha morte, l'uomo depresso vive nella fantasia, si ma nella fantasia della morte, il sole non vede, le stelle non vede, il mare non cerca, la donna non spera, l'uomo depresso dimentica, dimentica se stesso, l'anima, il cuore, lui vuole morire è stanco di sperare. C'è chi vuole il successo, il bene, la donna, gli amici e famiglia, i soldi e saggezza, chi vuole il bene per altri, l'illuminazione e vita, sai cosa vuole l'uomo depresso? Morte e disillusione, perché tempo è passato e molto ha sperato e rotto e disperato nel baratro si è scagliato, nel buio è affondato e il putrido lha affogato, marcio nelle carni si è espanso quel senso di desolazione, non più desiderio, tant'è che non più persino ossessione, quest' essere stesso non né vuole più, ne questo ne quello, ne voi ne gli altri, quest' essere infetto celha nella mente, non più solo un seme ma un albero intero, l'albero della morte gli guida il sentiero. O uomo depresso lo sai chi io ero? Mi vedi negli occhi? Lo vedi sul serio? Si chiama amore, paura e ossessione, e cose di colori più forti dell' arcobaleno, o piccolo essere guardami meglio, se guardi bene vedrai questi segni, le carni guarite son queste le vedi? Le stesse che marcie nascondevi al mondo, e guarda qui dentro lo vedi il mio cuore? È cuore sincero e pieno d'amore. Forse non lo sai ma tu uomo depresso, tu eri me stesso nel nostro passato, ora guarda avanti e percorri il sentiero, perché l'albero della morte contiene la vita, salendo il sentiero troverai la tua fine, e guarda nei miei occhi, scoprirai che è l'inizio.

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