Danza la natura di chi come me è sprovveduto, sente in senza senso di cui il mio cuore ha paura, mentre guardo nello specchio le mie ossa un po' penose, io che tanto ho trascurato da non aver nemmeno fame, io che a ventunanni sembro un disgraziato dodicenne, che ho vissuto la fame di chi ha ma non si serve, perché l'agio sta nel cuore e chi è marcio non ne vuole. Scocca la mia freccia lei che è simbol di speranza, corre contro il vento perché tutti sanno essere illusoria, chiudono gli occhi perché sperare è bello, sinché giunge il fato e rimembra ciò che è vero. Ma corri illusione e massacra la realtà, fotti a sangue il vero è ricordagli chi comanda, niente è vero se non l'illusione che con forza distorce l'esistenza e ne crea la realtà.