Era finita anche l'ultima goccia di quel rosso annacquato,


I pensieri sbiaditi dalla frenesia del peccato,


Mentre moriva nei loro occhi anche l'ultimo bagliore di sobrietà.


Dovevo attaccarmi alla vita, come una goccia di pioggia al vetro dell'auto in corsa, cercando quanto meno di resistere alla forza gravitazionale della tristezza.


In fondo, pensandoci, sul quel tavolo di carte così alte non ce n'erano, ed io avevo una buona coppia di Q.


Avrei potuto chiudere la partita, riscuotere il mio premio e andare casa soddisfatto, vuoto certo, ma soddisfatto.


Tutto ciò era attraente.


Mi sentivo padrone di me stesso, ma nella mia mente iniziava a farsi lentamente strada, passo dopo passo, la tua idea, soppiantando il mio autocontrollo. Il ricordo del tuo profumo mi stava soffocando...


Come un colpo di pistola partito per errore ero sorpreso dal pensiero di te, ma dove una pistola può lacerare la carne e provocare dolore, tu potevi trafiggermi l'anima e farmi sorridere.


Mi venne in mente quella sera di Giugno. Volevi andare al mare, fare una passeggiata.


Ero dannatamente felice.


Osservavo il calice vuoto. Iniziavano a condurre il gioco. Il mio corpo cominciava a muoversi.


Ma la mia mente,


Era al mare, con te.