Mio padre mi regalò una stilografica 

ma io non la seppi utilizzare.

Inabissato in una vita apatica

aspetto di essere travolto dalle onde del mare. 


Avvolto da una soffice angoscia

mi lascio condurre verso una dolce fine, 

divorato da una giocosa noia 

mi rinchiudo nella sicura inquietudine. 


Voci e passi, fughe e grida sento attorno a me

l'albatro consapevole del suo destino

osserva dall'alto i suoi assassini.


Io immobile e incatenato da dannose abitudini

consumo la mia esistenza nel vino,

amico delle nostre sofferenze.