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"It doesn't matter what you do, as soon as you do it with Passion.."

Sono inciampato.

​Ardente passione rifiuto! Ardente desiderio ottuso. Rifiuto il desiderio, rifiuto me stesso! Rifiuto l'incontro con me stesso! Sono un rifiuto, una delusione, non voglio cedere alla mia tentazione. Non so cos'avviene dentro di me, non so cosa cresce dentro di me. Sto forse decadendo? Così presto?? Non voglio divenire parte dell' universo. Sto forse perdendomi in me stesso? Sono un fesso? Senza colore? 

Voglio veramente rifiutare l'amore?

Mi sento colpito e indifferente, non voglio affrontare né cuore ne mente.

Vorrei l'opportunità di vivere la falsità, vorrei con le mie attuali abilità tornare indietro nel passato, vivere come un uomo migliorato, non voglio prendermi le mie responsabilità, non so dove andare, non sono pronto al mio aldilà.

Non ricordavo d'esser così ottuso, così demente, chi mi ama veramente? Sono solo un fruscio nella mia mente, solo parole che sgorgano precocemente, non sono pronto ad affrontare la tenacia del male, non sono pronto ad entrare nel mare, non sono pronto a farmi trasportare, ho paura di non saper ancora nuotare.

Mi ero nascosto bellamente, sembravo tranquillo e innocente, ma il mostro nascosto nella mia mente mi ha scovato e mostrato chi sono veramente.


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Sono inciampato.

​Tu mi vuoi abbattere per farmi imparare, non serve lottare dici, basta amare. Tu mi vuoi conquistare, ma sei il mare, non puoi imparare a lasciarmi andare? Io ti voglio insegnare la mia debolezza, guardami integrato, ho perso la saggezza. Nella mia piccolezza ero pura saggezza ora nella mia falsa grandezza non mi rimane che la monnezza. Non mi è mai sufficiente la mia evoluzione, riesci a capirmi? Per me non ho devozione, solo tentazione. Lo sguardo degli altri sulla mia azione, solo tentazione, niente grandezza, in realtà sono monnezza.

Farfuglio ciecamente e agli altri sembrò sorprendente, non sanno che sono cieco e incompetente. Sono l'immagine speculare su cui volevo sputare, non sono reale, non so lottare. 

Offro a me stesso la pura ignoranza, che peccato, che spreco, un morto che cammina, un arte senza danza.

Parole al vento senza significato, non ho imparato, sono sprecato, volevo fare il salto ma sono inciampato.

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Montecristo è un folle che non sa di esserlo

​Ordunque è ovvio il piacere della follia, che direi di Montecristo esser l'opposto e il giudice che lo umilia. Sorrido di vemenza di chi è cotto da morire, dopo una cena soddisfacente un vino superbo e un amore cocente di quelli che ti bagnano il cuore e ti tremano le ginocchia per quanto l'inconscio sappia d'esser il conte e tu pensi d'esser l'opposto.

Dopo la cena l'amore che profusa il corpo, che svuota la mente come capita raramente, quel tremito d'energia che nel corpo risuona come possessione, il piacere a cui non trattenersi, bello bello, bello come la follia.

Chi è quindi il folle che sacrifica ciò? Chi il folle che abbandona la vita e ciò? Hahahahhahahahahahahahahahahahahaha.

Assurdamente proprio io ero, inconcepibile, folle, folle e il suo opposto, colui che per mancanza tutto calcola, tutto teme, forse anche tutto ottiene ma senza piacere.

Folle come Montecristo che non ha nulla di folle ma anzi è l'immagine del ordine, e proprio in ciò sta la sua follia, nel incapacità d'esser folle, d'esser libero, d'amare ciò che è in sua vita possibilità.

Ti direi di non sbagliare non perder tempo, come me non diventare.

Ma il conte ha sofferto e per ciò è cambiato e un albero al ombra del sole si piega finché non lo raggiunge e la struttura che genera negli anni ne delinea l'essere e in ciò i suoi "d'anni".

Perciò buon uomo vivi pure nella pena se ciò ti aggrada o non ne vedi alternativa, ma sappi che la strada è come la salita, non che sia sempre difficile, ma che come la salita dopo un po' le gambe si rafforzano e quando ci si smette di chieder quando finirà inizia il paesaggio, il viaggio, inizia la vita, l'amore e la morte che tutti ci accompagnerà.















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La scheggia che conficcata nel dito infastidisce senza poter esser risolta

​Trasalgo da idea ad azione. Da pensiero a realtà. Cos'è più difficile di vivere la propria identità? Il timore del uomo vero, di non essere sincero, con chi? Con se stesso. Perciò danzo, per creare il moto di profusione nel quale possa permettere al mio inconscio di esperire ciò che più puramente considerò verità. Alcune azioni sono qualitativamente più elevate di altre per essere, tutto ciò che non ha utilità societaria rende reali, qualcuno direbbe liberi. Danzare, scopare, amare, costruire senza scopo consumistico, scolpire viaggiare e molto altro, molto di ciò che non facciamo. L'uomo utilitarista è una formica per misura, ma la formica non si chiede perché trasporta il grano da un punto al nido. Ciò che io chiedo è: il qual misura il mio agire mi porta a vita vera per felicità, liberazione somatica e prosperità creativa? E in qual misura per ottenere ciò mi sottometto al viver da formica? 

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Pollus

​Senti come esce il succo, senti come svuota tutto, respira la tua fatica, evira la tua fatica. Pace priva di tensione, la tendenza alla passione, svuotati in compagnia, svuota tutto, solo e via. 

Prendi atto e un bel respiro, eccoci, ciò sono io, senti la tensione scemare, senti la pulsione andare, questo è solo un momento, passerà lo so, lo sento, evira la tua fatica, vivi bello, semplice, di grinta. Ora è tutto incompleto, perciò siamo al completo, per drogare questo momento, scemo passioni e mi diletto, con il complesso che è il cervello, drogandolo e rendendolo bello, scemandolo della tensione passionale, svuotandomi del desiderio carnale, esso si ristora veloce, brama voglia, brama dalla foce, svuoto tutto e non ci penso, questo misero è il mio compenso.

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