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"It doesn't matter what you do, as soon as you do it with Passion.."

Mr. Ordine

​Ti amo come delitto, perché l'amore è parte del successo, dell' onore di essere se stesso, e mi corroboro nell' incomprensione della mia individuazione, perché se tu sei specchio di me stesso è evidente che ancora non ho la minima idea di chi io sia e di che personaggio io stia recitando la parte. So che quando vengo sto bene, vorrei che la vita fosse un eterno momento misto tra eccitazione pre orgasmica e orgasmo, all infinito, perché l'assenza di senso e la perdita di controllo quando racchiuse nel piacere possono togliere la necessità di dare valore e trovare senso. La depressione è invece quella fottuta ricerca di senso che fotte le sinapsi che vagano nel reame dell' insensato, cercando di costruire ordine e cercare senso nel caos, io sono l'ordinato uomo del caos.

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L'uovo del dominatore del mondo (l'epoca della immagine dell' eroe fiore)

​Pace interiore, pace interiore, pace interiore. La spada foderata, la forza innespressa per mancanza di necessità ma pronta, tuonante, ruggente come il ruggito di Aslan, saggio come il vecchio leone. Il passo deciso, la mancanza di paura non per mancanza di cautela ma per fiducia in se stessi, lo sguardo secco e preciso, che trapassa le anime, che denuda gli esseri, le mani sapienti di esperienza, dove la violenza si è tramutata in pace per sua essenza, dove a forza è soverchiante e perciò mancante della necessità di dominare, dove l'ala offre riparo ai più deboli senza la necessità di chiedere in cambio, senza l'avidità di volere ripagato. Laura di chi è impetuoso ma ha trovato la via, colui che può ma non ne sente, colui che ama e perciò può essere amato. Colui che l'ombra ha divorato e perciò padre può diventare. Colui che mentre il mondo trema sotto l'ombra del re dominatore percorre il passo del uomo vero, e l'ombra che proietta la sua luce supera l'oscurità del dominatore in ampiezza ed espressione, in influenza e impassibilità, colui che potrà plasmare il dominatore a sua immagine e somiglianza a tempo debito, l'angelo con le ali nere e gli occhi chiari, dove ying e yang compongo il principio e la fine e portano la vita vera, quella che vive l'uomo vero, dopo essere caduto ed essersi rialzato, l'uomo che impugnava il fiore di sangue.

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L'uovo del dominatore del mondo (l'epoca della debolezza)

​​Paura di essere debole, di perdere lei, paura di farti fottere di essere sottomesso. L'adrenalina che scorre togliendo ogni energia, sembra di svenire, la bava nel tremore del tuo corpo di chi vuole uccidere, violenza di chi è incapace per debolezza fisica, ma alle spalle ti ucciderebbe con la freddezza di un demone biblico, quindi con gusto, col sorriso del vincitore. La frustrazione del comprendere la propria debolezza, la paura che se ne accorgono, l'immagine del demone che proietti, un po' falsa, non è mai esistita, ma tanto l'hai alimentata da renderla un dato di fatto. Il Grigno di vuol fare del male, il saper di poter amazzare, la paura che qualcuno la prenda, che se ne approfitti, lei è l'unica tua debolezza esterna, il resto è tutto interno, tutto mascherabile, il verso di chi è assetato di sangue, goffo, basso, un latrato orsino, che viene dal profondo della gola e gratta, gratta con violenza e tira fuori il demone. L'insopportabile sensazione di impotenza, in parte reale in parte parassitaria, lo stimolo immaginativo di distruzione, dobbiamo lasciarlo uscire o lo teniamo dentro? La gabbia che ti limita, le paure che ti coprono, dobbiamo incorporarti nell' espressione o subirti passivamente? Da un lato la minaccia di perdita dall esterno, dall' altro la critica di frocio interna, mi sa proprio che dobbiamo tirarti fuori per bene, mostrarti al mondo ma soprattutto a te stesso e chi ti ama, e in ciò confermare la tua realtà, ricordare all interno che esisti e sei qui per proteggerci e proteggere chi ami, e all esterno che nessuno al mondo, nemmeno Dio può fare del male a chi ami. Io sono un demone nel corpo di un debole, non esiste predatore debole al mondo, perché persino il più debole può amazzarti, ma persino l'orso più grande e potente del mondo se si sentisse impotente scapperebbe di fronte ad una iena, quindi ora sanciamo il patto tra ombra e luce e integriamo i nostri opposti per proseguire il cammino, l'ombra proiettata ora sarà esternata e ogni essere di luce potrà vederla a vari metri di distanza dalla luce che l'emana, perché più grande è la luce più grande sarà l'ombra e più grande l'ombra è, più grande sarà la luce.

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Tremore d'assestamento di irrequietezza perpetua

​il fato, che è in te, puoi sentirlo muoversi quando di notte c'è silenzio, mentre pensi, perso in te, senti tutta la vita vibrare, ti senti come se fossi in mare, lei muove, muove tutte le tue direzioni, tutte le tue emozioni, in direzioni diverse, verso vite sempre perse. Ma impari, impari a conoscere l'assestamento a cantare nel concetto (che è un concerto) a ballare il passaggio a ingranare il cambiamento, a venire su di lei, a riempirla come mai, a godere del processo e sfotterti per il giusto verso, deridendo le motivazioni che movimentano i tuoi ormoni, come fossero sostanze allucinogene assumi emozioni pensando siano cancerogene, e rinchiudi tutto ciò che deviato ti tremo'.

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O Giuda....... ascoltami nel tuo cuore

​Apri le ali o piccolo Giuda...... Bevi dal calice, serviti pure. Sfondi di sangue ci misero in testa, come la muffa sul cibo malato, sempre guardammo con occhi schifati, come lo sporco sui corpi malati, tanto passammo o piccolo Giuda, tanto del tempo a farci penare, piccolo Giuda tu guardi qui in basso, piccolo Giuda puoi guardare in alto? Ti do il permesso, ora è concesso, vedere il senso del cibo putrefatto, provare amore per il corpo malato, nutrire consenso per il divino amore, piccolo Giuda per me è un onore, averti portato per mano sul percorso, è stato un onore venirti in soccorso, veder il tuo cuore disfatto dopo che ha corso, son fiero di te e del taglio sul tuo dorso. Piccolo Giuda ora versane ancora, di sangue in noi c'è ne assai ancora, versiamolo insieme, non siamo avidi, diamone da bere e nutriamocene noi stessi, o grande Giuda tu non mi hai tradito, credevo in te e ancora ci credo, sapevo l'azione non sei un colpevole, sei il Giuda che amo, quello che procede, e il frutto della tua mano non è un peccato, è azione di scelta che insieme abbiamo creato, quindi sciuga le lacrime che abbiamo da fare o grande Giuda continuiamo a lottare, insieme per mano ne abbiamo di strada quindi sciuga le lacrime e copri la bara, ricorda che dentro il tuo cuore c'è Io e rimarrò qua a lottare per sempre con te, per te, ne se ne ma, io Giuda, per te sono qua.

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