​Pace interiore, pace interiore, pace interiore. La spada foderata, la forza innespressa per mancanza di necessità ma pronta, tuonante, ruggente come il ruggito di Aslan, saggio come il vecchio leone. Il passo deciso, la mancanza di paura non per mancanza di cautela ma per fiducia in se stessi, lo sguardo secco e preciso, che trapassa le anime, che denuda gli esseri, le mani sapienti di esperienza, dove la violenza si è tramutata in pace per sua essenza, dove a forza è soverchiante e perciò mancante della necessità di dominare, dove l'ala offre riparo ai più deboli senza la necessità di chiedere in cambio, senza l'avidità di volere ripagato. Laura di chi è impetuoso ma ha trovato la via, colui che può ma non ne sente, colui che ama e perciò può essere amato. Colui che l'ombra ha divorato e perciò padre può diventare. Colui che mentre il mondo trema sotto l'ombra del re dominatore percorre il passo del uomo vero, e l'ombra che proietta la sua luce supera l'oscurità del dominatore in ampiezza ed espressione, in influenza e impassibilità, colui che potrà plasmare il dominatore a sua immagine e somiglianza a tempo debito, l'angelo con le ali nere e gli occhi chiari, dove ying e yang compongo il principio e la fine e portano la vita vera, quella che vive l'uomo vero, dopo essere caduto ed essersi rialzato, l'uomo che impugnava il fiore di sangue.